Dalla nascita di Farah alle Finals mancate, a tutto Fognini: “Berrettini e Sinner? Non sono un rosicone”

Il tennista ligure ha parlato di vari temi, sottolineando di non rosicare per le vittorie di Sinner e Berrettini

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La nascita della figlia Farah per coronare un 2019 esaltante, caratterizzato dalla vittoria nel Masters 1000 di Montecarlo e dalla top ten conquistata a giugno 41 anni dopo Barazzutti.

FogniniFabio Fognini si gode questo suo straordinario momento, partendo dall’arrivo della secondogenita, che ha regalato emozioni e brividi al tennista italiano: “sto vivendo una felicità immensa e in questi primi giorni in cui mi sto godendo la piccola, posso sicuramente ripeterlo: in quattro si sta meglio” le parole di Fognini alla Gazzetta dello Sport. “Non riesco ancora a immaginare cosa succederà con Farah, per il momento ho occhi solo per lei. Avere dei figli è uno stimolo ma anche un impegno: non so come reagirò, magari avrò più nostalgia di casa di prima. Flavia e io però abbiamo una fortuna grande, che sono i nostri genitori: con i nonni è tutto più facile“.

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AFP/LaPresse

Tornando al tennis, Fognini ammette: “potevo qualificarmi per il Masters, sarebbe stato il coronamento di un grande anno: con il senno di poi avrei fatto scelte diverse per i tornei di fine stagione. Con Barazzutti il rapporto si è cementato nel tempo grazie alla Coppa Davis, per me ormai è quasi un fratello maggiore e io ho bisogno soprattutto di un coach che mi segua quando non sono in giro per tornei: lui è perfetto per avere questo ruolo, mentre Alberto Giraudo, che è giovane e ambizioso, sarà più itinerante“.

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AFP/LaPresse

Il discorso poi scivola sulle ATP Finals: “sono felice le abbiano assegnate a Torino, è un bel segnale per il nostro tennis. Ma vorrei anticipare i tempi e provare a qualificarmi già quest’anno. Parliamoci chiaro, nelle ultime due stagioni il Masters l’ho buttato via io da stupido, ma se manterrò un livello costante so che potrò puntarci di nuovo. Mi hanno sempre fregato gli Us Open, negli ultimi due anni sono stati un mezzo disastro e poi hanno pesato sul resto dell’annata. Diciamo che la famiglia ha un rapporto piuttosto alterno con New York: a Flavia ha portato benissimo, per me è stato spesso un incubo“.

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AFP/LaPresse

Su Sinner e Berrettini, Fognini poi ammette: “non sono un rosicone, sono contento se altri italiani ottengono risultati e visibilità. Matteo tra l’altro è un amico, la sua crescita è stata straordinaria e per lui parlano la classifica e le partite che ha vinto in stagione. Sinner è già uno dei giovani più forti del mondo e può solo migliorare. Il tennis però alla fine resta uno sport individuale e ciascuno cerca di essere migliore dell’altro. Io sono consapevole che il miglior Fognini può giocarsela con tutti e con grandi chances“.

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