Situazione alquanto complicata per Andrea Iannone, venuto a sapere nella giornata di ieri della sua positività ad un test antidoping svolto lo scorso 3 novembre in Malesia.
Il laboratorio accreditato della WADA a Kreischa, in Germania, ha fatto luce sulla presenza nelle urine del pilota di una sostanza non specificata facente parte della lista proibita di esogeni, anabolizzanti, androgeni e steroidi. Difficile che si tratti di medicine assunte dal pilota, molto più probabile è che le sostanze individuate nei test possano derivare dal cibo ingerito da Iannone in Asia, durante il mese trascorso tra Thailandia, Singapore, Giappone, Australia e Malesia.
Paesi questi in cui la stessa WADA ha riconosciuto un problema di contaminazione delle carni con steroidi e anabolizzanti, certificando il tutto in alcuni documenti. Toccherà adesso al pilota dell’Aprilia difendersi e dimostrare la propria estraneità, presentando tutti i documenti utili per evitare la squalifica. Nel caso in cui non ci riuscisse, lo stop potrebbe andare da un paio di mesi fino a due anni.