Il corridore sardo suona la carica in vista della prossima stagione, quando sarà chiamato ad un pronto riscatto dopo un pessimo 2019
Il 2019 si è chiuso in maniera alquanto amara, pochi alti e tantissimi bassi che hanno condizionato e non poco l’umore di Fabio Aru. L’obiettivo per il prossimo anno è senza dubbio quello di riscattarsi, riuscendo a zittire quei critici che non credono alla sua risalita.
Intervistato dalla Gazzetta dello Sport, il sardo ha mandato un messaggio proprio ai suoi detrattori: “vorrei che i critici mi dicessero in faccia che non tornerò più ad alti livelli, vorrei questo anche per valutare se davvero conoscono quello che mi è accaduto oppure parlano tanto per parlare. Certo, arrivo da un lungo periodo negativo, il primo a non esserne felice sono io. C’era una motivazione, però. Una motivazione seria e non facile da individuare. Lo scorso aprile ho subito un intervento di angioplastica dell’arteria iliaca. Partiamo da qui. Sono convinto di aver perso due anni non per colpa mia, ma sono altrettanto convinto di poter tornare ai miei livelli, di lottare per traguardi importanti, di far la differenza in salita e zittire così i critici. Poi, siccome a me non piace vivacchiare, se davvero mi dovessi rendere conto di non andare più, di far fatica a tenere il passo dei migliori senza dei motivi validi, di non essere in pratica me stesso, allora sarò il primo a prenderne atto, e non escludo un passo indietro definitivo. Ma questa la ritengo un’ipotesi fantascientifica, perché so di avere le gambe per stare con i primi“.
Niente alibi, ma solo tanta chiarezza per Fabio Aru: “sono stato operato a inizio aprile, poi senza una preparazione specifica sono arrivato 14° al Tour. Fatto, non opinione. E alla Grande Boucle non si chiude in quella classifica per caso. La Vuelta? Con il senno di poi, forse è stato chiesto troppo al mio motore. Però dopo è facile parlare. E comunque in Spagna un virus mi ha debilitato in modo profondo. Ne sto pagando tuttora le conseguenze. Ancora oggi posso fare solo uscite brevi, massimo due ore. Non è stata una cosa lieve, ma ne sto uscendo. Da gennaio riprendo a pieno regime. Con l’UAE c’è stato un confronto, normale che ci sia quando le cose non girano. Ancora non so bene il programma del prossimo anno: ho tanti obiettivi, tutti stimolanti. Ci sono i grandi giri e c’è l’Olimpiade, con un percorso adatto alle mie caratteristiche. A Rio credo di aver fatto bene. Farò di tutto per meritarmi la convocazione“.