FCA-Renault: è ufficiale la FCA indispettita dalle continue pretese, da prima donna, del governo francese, ritira ufficialmente la proposta di fusione avanzata il 27/05
Come avevamo preannunciato qualche giorno fa le trattative tra FCA e Renault sembravano essersi arenate. Dopo la riunione di Consiglio di Amministrazione del Gruppo Renault conclusasi nella nottata di oggi con l’ennesimo buco nell’acqua, John Elkann presidente dell’azienda italo ameiricana ha deciso in accordo con il suo consiglio di ritirare con effetto immediato la proposta di fusione avanzata in data 27/05.
E’ di questa notte il comunicato di Renault che affermava che il Consiglio non era stato in grado di prendere una decisione a causa dell’espressa volontà dei rappresentanti dello Stato francese di rinviare il voto a una successiva riunione del Consiglio per potersi confrontare con il Governo Macron.
Solo qualche ora dopo arriva la notizia shock del definitivo taglio di rapporti tra le due compagnie, la FCA, con un comunicato annuncia il ritiro immediato della proposta di fusione effettuata al Gruppo Renault.
Andiamo ad analizzare gli avvenimenti che si sono succeduti in questi giorni.
Dopo la proposta lanciata da FCA per la fusione con il Gruppo Renault, il presidente Del gruppo francese Jean-Dominique Senard nella settimana scorsa era volato in Giappone per conferire con i soci del Gruppo Nissan-Mitsubishi, ricordiamo che la Renault è proprietaria del 43% delle azioni del gruppo nipponico e che i giapponesi hanno due esponenti all’interno dei Consiglio di Amministrazione Renault. il summit si era concluso con un silenzio assordante, che aveva fatto presagire dei dissapori tra i vertici Renault e i presidenti delle 2 aziende nipponiche, poiché avrebbe alterato gli equilibri nati dagli accordi tra queste 2 società. Altra cosa da dire di fondamentale importanza, è che allo Stato francese appartiene il 15% delle azioni del Gruppo Renault, che si commuta circa in un 24% di delegati all’interno del CdA di Renault.
Ecco, ora che è abbastanza chiara la condizione della società francese, potete capire con molta tranquillità come potesse essere difficile combinare le volontà di queste parti per arrivare ad un accordo definitivo.
D’altra parte, FCA invece, aveva proposto una fusione semplice, senza troppe pretese, che avrebbe favorito economicamente il gruppo franco-nipponico da un lato, ed avrebbe agevolato in campo tecnologico l’asse italo-americano. Questa proposta, avrebbe fatto fondere le due società al 50%, dobbiamo però dire che il gruppo FCA ha circa il doppio degli stabilimenti e degli impiegati rispetto al solo Gruppo Renault, quindi avrebbe potuto tranquillamente proporre un acquisizione piuttosto che una società.
Detto questo arriviamo alla giornata di ieri ed alla movimentata nottata di oggi.
Nella giornata di ieri come sappiamo si è riunito per la terza volta il CdA di Renault per procedere alla votazione, ma cosa è successo? sappiamo che questo Consiglio è composto da 11 rappresentanti, due sono i delegati nipponici di Nissan-Mitsubishi, quattro sono i delegati dello Stato francese, cinque sono i rappresentanti degli azionisti del Gruppo. Da quanto emerso nei comunicati e nelle agenzie riguardanti queste riunioni, sappiamo che i due delegati giapponesi si sarebbero sempre e comunque astenuti dalle votazioni, quindi l’ago della bilancia veniva dunque riposto sulle decisioni dei rappresentanti statali, che ieri hanno deciso, dopo aver accordato con gli altri azionisti tre dei quattro punti salienti della fusione, di rimandare la votazione finale per poter discutere al meglio della situazione con il Governo Macron.
Rilasciato nella nottata il comunicato stampa ufficiale del Gruppo Renault riguardante lo slittamento della votazione finale, a distanza di poco più di un ora il presidente di FCA John Elkann ha fatto rilasciare un comunicato diceva: “il Consiglio di Amministrazione FCA sotto la presidenza di John Elkann ha deciso di ritirare con effetto immediato la proposta di fusione avanzata a Groupe Renault“, tagliando così definitivamente i rapporti.
Da quanto emerge, al CdA di FCA ed al suo Presidente John Elkann, non sono piaciuti i comportamenti del governo francese, che aveva avanzato sin da subito richieste molto pretenziose.