Roma, chi si ‘guadagna lo stipendio’? Squadra spenta e svogliata: il Napoli è il vero modello da seguire

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Roma ko 1-4 nel ‘Derby del Sole’ contro il Napoli. Giallorossi spenti e svogliati, con i soliti problemi in attacco e in difesa: i ragazzi di Ancelotti invece si confermano concentrati e letali

Alla vigilia di Roma-Napoli, il neo allenatore giallorosso Claudio Ranieri ha espresso un concetto particolare in conferenza stampa, quello di ‘guadagnarsi lo stipendio’: atteggiamento positivo nello spogliatoio, giocatori che abbiano voglia di giocare ed inseguire il sogno Champions. Peccato che fra quanto ‘Sir Claudio’ veda in allenamento e ciò che si traduce in campo, contro gli avversari, ci sia una notevole differenza. L’1-4 subito dal Napoli all’Olimpico ne è l’esempio perfetto.

Fabio Rossi/AS Roma/LaPresse

In conferenza stampa Ranieri ha assicurato a Robin Olsen la titolarità fra i pali, ma anche quest’oggi il portiere svedese ha subito altri 4 gol (che diventano 43 in 29 partite) dimostrandosi ancora una volta poco affidabile, con la complicità di una difesa tutt’altro che blindata: i 12 gol subiti dalla Roma nelle ultime 5 partite sono una colpa da divedere equamente fra tutti i membri del reparto arretrato.

Alfredo Falcone/LaPresse

Soliti problemi anche in attacco, con Dzeko apparso più calmo (dopo la rissa con El Shaarawy) e nel vivo del gioco, ma ancora a secco. Roma che sembra aver perso anche la verve dei propri centrocampisti, che fin qui hanno mascherato la mancanza di gol del bomber bosniaco, ma che quest’oggi non sono riusciti a fare la differenza. La rete di Perotti su rigore (come contro la Spal), che testimonia come la Roma faccia fatica ad arrivare in porta su azione, illude in merito alla possibilità di una reazione giallorossa che si spegne sotto i colpi del Napoli.

Alfredo Falcone/LaPresse

I partenopei sono l’esatto modello al quale la Roma dovrebbe ispirarsi. Difesa ordinata, attacco stellare (in gol Milik, Mertens, Verdi e Younes), gioco ragionato e squadra sempre concentrata, anche se a 9 partite dal termine il distacco dalla Juventus resta sempre di 12 punti e all’orizzonte ci sia la sfida contro l’Arsenal in Europa League. Il Napoli gioca una partita per volta, fa a meno di Insigne (e di Mertens per metà partita) facendo ruotare tutti gli uomini presenti in rosa (Younes e Verdi l’esempio lampante) che diventano una risorsa importante, mai sfruttata gli scorsi anni, come imponeva il ‘Sarrismo’. Il merito è soprattutto di Ancelotti, un allenatore rispettato dai giocatori, messo al centro del progetto dalla scoietà, e capace di portare la mentalità da ‘top club’ nell’ambiente: altra figura che manca ad una Roma che sembra essersi rassegnata ad un finale di stagione che la vede a -4 dalla zona Champions ma anche a +2 da un 2020 senza coppe.

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