Scontri Inter-Napoli, depositate le motivazioni della sentenza: “rissa ampiamente organizzata”

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Scontri Inter-Napoli, sono state depositate oggi le motivazioni della sentenza in merito a quanto accaduto al di fuori dello stadio Meazza

La rissa era stata ampiamente organizzata e sul luogo teatro degli scontri erano stati portati bastoni, petardi, fumogeni, coltelli e altre armi improprie da utilizzare per l’assalto alle autovetture della tifoseria avversaria al momento del del loro arrivo“. Così il giudice di Milano Carlo Ottone De Marchi ricostruisce gli scontri del 26 dicembre scorso, prima della partita Inter-Napoli, in cui perse la vita Daniele Belardinelli, e sancisce nessuna attenuante per gli imputati. Nelle motivazioni che seguono la sentenza dello scorso 20 marzo in cui sono stati condannati, al termine del processo con rito abbreviato, Nino Ciccarelli a 3 anni e 8 mesi (ora ai domiciliari) a 3 anni l’ultra del Varese Alessandro Martinoli, e a pene inferiori ai tre anni Marco Piovella, Francesco Baj e Simone Tira (tutti scarcerati), si ricostruisce il momento dell’assalto.  Non lontano dallo stadio di San Siro, un centinaio di tifosi nerazzurri, tra i quali anche gli imputati, “travisati e proposti di bastoni, spranghe e altri strumenti atti ad offendere, sostenuti anche dalle tifoserie gemellate del Varese e del Nizza, hanno reso un vero e proprio agguato ai veicoli dei tifosi del Napoli” che imboccavano via Novara.

Carlo Lannutti/LaPresse

Tifosi azzurri che “non sono stati mere parti offese, ma componenti di un gruppo attivamente partecipe agli scontri“, scrive il giudice, e come evidenziano i filmati delle telecamere della zona. (segue) Per il giudice “non può ritenersi prova adeguata ai fini di affermare il ruolo di organizzatore degli scontri da parte di Piovanella il fatto che lo stesso avesse trascorso il giorno di Natale insieme al Belardinelli, al Martinoli e ad altri tifosi”, allo stesso modo non si può non tener conto che visto il numero “rilevante” di persone intervenute, l’agguato “ha necessariamente richiesto una meticolosa e capillare organizzazione“.  Nelle motivazioni, di 31 pagine, si evidenzia come “La preordinazione, l’intervento di numerose persone, le gravissime conseguenze per l’incolumità delle persone che ne sono derivate è l’atteggiamento scarsamente collaborativo ed omertoso tenuto da tutti gli imputati circa le fasi dell’organizzazione dell’evento non consente di riconoscere in favore di nessuno degli imputati le circostanti attenuanti generiche“.  (Afe/AdnKronos)

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