Peter Sagan si confessa in un’intervista all’indomani della prima tappa della Tirreno-Adriatico che l’ha visto protagonista: l’ex campione del mondo parla delle sue difficoltà fisiche
Nonostante i guai fisici, Peter Sagan si è presentato ieri al via della prima tappa della Tirreno-Adriatico come leader del team Bora-Hansgrohe. “Ogni anno è più dura. Ci sono sempre più cose da fare. – ha detto l’ex campione del mondo a Gazzetta dello Sport – Dalla mattina alla sera, non ci fermiamo mai. Il ciclismo cresce, è più professionale. Nuove gare, più gente addosso, più interviste. Quando inizi è tutto molto bello. E se magari vinci una grande corsa, arrivare a farlo può essere relativamente facile. Mantenere quel livello è più difficile. Lo sentivo dire e non realizzavo che cosa significasse. Ora lo capisco bene. Se posso migliorare? Mah. Ogni fisico è diverso, ma il recupero è più lento… Sarei felice di mantenere il più a lungo possibile il livello che ho già raggiunto”.
“Pian piano va meglio, credo che ogni giorno farò un passettino e già va bene che in questa cronosquadre sia sopravvissuto. Negli ultimi sei giorni di altura ero stato piuttosto male, chiuso in camera con il raffreddore e problemi allo stomaco. Ho perso quattro chili”: ha raccontato lo slovacco.
Sulla mancata vittoria alla Sanremo, poi Sagan ha detto: “non sai mai come stanno i rivali, se hanno risparmiato energie o se arrivano stanchi alla fine. Sul Poggio, chi rimane rimane e devi decidere la tattica… Parliamo di una salita molto facile e se c’è il vento contro non puoi fare la differenza. In discesa, puoi più perdere che guadagnare. Se rischi, cadi, e dunque neppure puoi fare troppa differenza. Se sei davanti ma dietro una squadra ha quattro corridori, non vai da nessuna parte”.
Sagan affronta poi un tema caro a tutti gli appassionati di ciclismo: la morte di Michele Scarponi. Il ciclista della Bora-Hansgrohe parla del rapporto con la famiglia dell’ex corridore: “non ci vedevamo spessissimo, però mi era capitato di mangiare la pizza a casa sua. Si beveva il caffè, si parlava, si scherzava. Quel giorno mi ha scritto un amico, io stavo andando dalla mia famiglia, ho letto un articolo in slovacco. “Non è possibile, non è vero”, ho pensato. Ho chiamato e me l’hanno confermato. Ora Anna è rimasta con i due bimbi… Quello che è successo ti fa venire mille pensieri in testa. Cercare di stargli vicino è il minimo che si possa fare”.
Sulla possibilità di un film sulla sua storia, infine, Sagan chiosa: “mi farebbe molto piacere. Ma non so se si farà. Interpretare me stesso? Beh, ma sarò già vecchio! E poi i film li fanno gli attori, che devono essere capaci di dare emozioni. Lavorano duro per saperlo fare. Io non credo che potrei mai sostituirmi a uno di loro”.