Ciclismo – 100 anni fa nasceva Coppi: l’omaggio del Piemonte per il Campionissimo

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Fausto Coppi nasceva 100 anni fa: il Piemonte ricorda il Campionissimo

Cento anni fa, il 15 settembre 1919 nasceva a Castellania, nell’alessandrino, Fausto Coppi, il corridore più famoso e vincente dell’epoca d’oro del ciclismo e tra i più popolari atleti di tutti i tempi. A Coppi, considerato icona della storia sportiva italiana e piemontese, è dedicato un calendario ricchissimo di incontri nei luoghi della sua vita, tra Castellania, Novi Ligure e Tortona, a Torino e dintorni, e a Cuneo, scenario della sua impresa più celebre, i 192 chilometri di fuga nella tappa Cuneo-Pinerolo nel giro d’Italia del 1949.

LaPresse Torino/Archivio storico

Tra gli appuntamenti in programma un reading teatrale che sarà rappresentato per la prima volta il 13 maggio a Castellania poi portato in tournee in Piemonte, talk, escursioni in bicicletta, eventi per famiglie e bambini, spettacoli su ruote, mostre, libri. Il progetto ‘Storia di un campione. 100 anni di Fausto Coppi’ è realizzato da Regione Piemonte in collaborazione con il Circolo dei lettori, il Teatro Stabile di Torino, Dmo Piemonte Marketing e Piemonte dal vivo.

Fausto Coppi – ha sottolineato il presidente del Piemonte, Sergio Chiamparino, intervenendo alla presentazione del calendario di eventi – è stato un’icona della cultura italiana, una figura positiva che ha segnato un’epoca, simbolo di un’Italia che amava le sfide e aveva voglia di crescere. Una figura attorno alla quale la cultura italiana si è evoluta ed è cresciuta“.

Il Piemonte ha da sempre un forte legame con il ciclismo – ha aggiunto l’assessore regionale allo Sport, Giovanni Maria Ferraris – e quest’anno il Giro d’Italia riconferma il nostro territorio protagonista del panorama ciclistico nazionale e internazionale omaggiando Coppi passando nella sua terra natia, l’alessandrino, e riproponendo la storica tappa Cuneo-Pinerolo“.

Coppi – ha concluso l’assessora alla Cultura del Piemonte, Antonella Parigi – era si’ la leggenda del ciclismo ma anche della storia d’Italia prima e dopo la guerra, cioè la miseria, la rinascita e la ricostruzione“. (Abr/Adnkronos)

 

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