Dall’Inter alla setta pentecostale, a tutto Taribo West: “aiuto chi si è smarrito. Lippi? Non era una brutta persona ma…”

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L’ex giocatore di Inter e Milan ha raccontato la sua storia, svelando anche la sua attuale missione religiosa

Aneddoti, storie e risate. Taribo West non è cambiato di una virgola dal periodo trascorso in Italia con la maglia dell’Inter e del Milan, simpatico e sorridente anche adesso che ha fondato una setta pentecostale. Intervistato ai microfoni della Gazzetta dello Sport, il nigeriano ha raccontato tante storie inedite, capaci di sorprendere ed emozionare: “i tre più forti di sempre? Ronaldo il Fenomeno, Okocha e Weah a pari merito. Moratti? E’ un uomo impressionante, gli devo tanto. L’Inter mi è rimasta nel cuore, nonostante anche con la maglia del Milan fu comunque una soddisfazione“.

LaPresse/Xinhua

Prima il calcio, poi la religione per Taribo West: “è la mia seconda vita, sono un uomo felice che si divide tra beneficenza, predicazione e campo. In Nigeria lavoro con la Federazione e aiuto i bambini in difficoltà grazie alla mia Fondazione e alla Taribo Boys. La mia missione è aiutare chi si è smarrito e dare il mio contributo per risolvere i problemi più gravi: perdita dei cari, difficoltà economiche, mancanza di lavoro. Mi rivolgo soprattutto a chi prende una brutta strada. Seguo il calcio compatibilmente con i miei impegni, non è facile ma faccio gli auguri all’Inter per questa seconda parte di stagione. Spero possa centrare gli obiettivi. Porto nel cuore tanti momenti. Sono passati 20 anni, ma sembra ieri. Esperienza incredibile, non è da tutti condividere lo spogliatoio con campioni come Zamorano, Zanetti e Ronaldo. Amici veri. E non dimentico Bergomi. Lui e Pagliuca mi aiutarono a inserirmi. Lippi? La carriera parla per lui, ha vinto un Mondiale e vari trofei con la Juve. È uno dei migliori, ma sul resto potremmo discutere. Non era una cattiva persona, ma tra noi non c’era feeling“. Non è mancata poi la battuta sulla sua età, con cui Taribo West ha confermato una volta per tutte i suoi anni: “nel 2002 andai al Partizan Belgrado. Il presidente dell’epoca, Zecevic, dichiarò alla stampa che ne avevo 40 invece di 28. Non ho mai capito il perché, fu un attacco gratuito. Ti rivolgi così al sottoscritto dopo più di 10 anni da professionista? Che assurdità. Sono nato il 26 marzo 1974, ho 44 anni. Potete star tranquilli, è la verità“.

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