L’Inter batte la Sampdoria allo scadere con un gol di Brozovic, ma la prestazione è deludente: il VAR nega due gol, ma ferma anche il colpo del ko blucherchiato, il gioco latita e Spalletti tradisce la tensione intorno all’ambiente con un’esultanza da ‘rosso’
L’Inter sembra averci preso gusto. Dopo il clamoroso successo in rimonta di martedì, nella sfida di Champions League contro il Tottenham, arrivato con due gol segnati nei 5 minuti finali, i nerazzurri si ripetono nell’anticipo del sabato della 5ª giornata di Serie A, con un gol decisivo a tempo scaduto. I ragazzi di Spalletti, con ancora negli occhi (e forse anche nelle gambe) l’impresa europea, sono di scena contro la Sampdoria al Luigi Ferraris, campo sempre complicato, particolarmente per chi non parla la stessa lingua di Giampaolo, elegante padrone di casa, conoscitore del calcio e voglioso di esprimere un gioco che spesso alle big dà proprio fastidio.
Non fa eccezione questa sera, con una Sampdoria che nel primo tempo eclissa l’Inter dal terreno di gioco, salvo poi calare alla distanza e subire il forcing nerazzurro. Ben tre interventi del VAR pesano sulla partita, ma le decisioni alla moviola appaio tutte corrette: due reti annullate all’Inter, una clamorosa alla Sampdoria, arrivata poco dopo la seconda rete negata ai nerazzurri. Sarebbe stata una beffa cocente, forse troppo, per un’Inter che nel finale attacca a testa bassa, mettendo in mostra le sue qualità, forse le uniche che attualmente riesce ad esprimere al meglio: grinta e voglia di non mollare. Da un’azione confusa nasce il gol di Brozovic che fulmina Audero da pochi metri e regala 3 punti d’oro ai nerazzurri.
Spalletti si lascia andare ad un’esultanza un po’ troppo movimentata, segno di quanta difficoltà abbia l’Inter in questo momento e quanto una vittoria possa allenatre la morsa della pressione intorno all’ambiente. L’arbitro, un po’ severo, lo espelle. Ma c’è davvero qualcosa per cui esultare, 3 punti a parte? L’Inter, partita con i galloni di ‘anti-Juve‘ per eccellenza, continua a mostare gli stessi limiti della passata stagione: prima uscita del pallone lenta e macchinosa, utilizzata più con l’ausilio della punta o degli esterni che lavorano il pallone, rispetto ad una trama più ragionata che nasca dalle retrovie. L’assenza di un difensore con doti di impostazione, o un regista a centrocampo, sacrificato in cambio della corsa e dei muscoli di Nainggolan, è lampante. Difficoltà di manovra delle quali risente anche l’attacco che vive per lo pù delle folate dei singoli e lascia Icardi ancora a secco. Per oggi sono arrivati i 3 punti, ma siamo sicuri che Spalletti, in cuor suo, sa che c’è poco da festeggiare.