Il team principal della Ferrari ha parlato di vari argomenti, svelando anche di aver chiesto scusa a Bottas per le frasi rilasciate dopo il Gp di Monza
La frase contro Bottas, il duello con la Mercedes in campionato e il suo rapporto con Sergio Marchionne. Sono questi e altri gli argomenti trattati da Maurizio Arrivabene nel corso di un’intervista rilasciata ad Autosprint, nel corso della quale il team principal della Ferrari ha affrontato temi scottanti, a partire dalle dichiarazioni post Monza: “prendiamo la famosa frase che ho detto a caldo al Gp d’Italia sui piloti maggiordomi, ero convinto che avrebbe generato polemiche. Non è stata una frase felice, anche se consapevole. Tra l’altro ci siamo scambiati messaggi con Valtteri Bottas, mi sono sentito in dovere di farlo perché lo rispetto, mi sono voluto scusare con lui. Evidentemente nel momento in cui mi è uscita dalla bocca, l’ultima persona alla quale ho pensato è stato Valtteri, che è un ragazzo molto in gamba e che stimo. Lui ha capito benissimo la situazione in cui è stata detta la frase”.
Il discorso poi scivola sul risultato del Gp di Monza, in particolare sulla sanguinosa partenza: “in quei frangenti di gara non si danno ordini di squadra, l’unico ordine che si dà è di non fare stupidaggini alla prima curva e sottolineo alla prima curva. Si è parlato della staccata al limite di Kimi: beh, cosa doveva fare? Al suo posto l’avrebbe fatta Hamilton e l’avrebbe fatta Vettel. Alla Roggia è successo il patatrac, ma quello non c’entra con gli ordini di squadra. Detto questo, ordine di squadra lo dai durante la gara. Quindi, magari, non escludo che più avanti ci sarebbe stato un ordine di squadra, ma qualcosa di cui i piloti erano consapevoli. Vettel? Il mio compito è scendere nell’arena e mettermi in prima fila, nel senso che alla fine il responsabile di tutto questo sono io. Che sbagli il pilota o che sbagli la squadra, c’è un responsabile e sono io. È mio dovere e sarebbe folle non farlo, non puntare il dito sul pilota anche considerato il fatto che mancano ancora tanti GP alla fine. Poi è ovvio, ma si agisce parlando di queste cose in casa e non esternandole“.
E’ ancora triste l’ambiente in casa Ferrari per la scomparsa di Marchionne, Arrivabene però ci tiene a mettere le cose in chiaro: “è stato detto e scritto molto, non ho mai letto una riga che evidenziasse il fatto che io sono qua perché mi ha assunto lui. Al di là di quelle che possono essere le sensazioni, è ovvio che Marchionne è stata una persona dalla quale ho imparato tantissimo. Abbiamo sempre lavorato insieme: io conoscevo la persona che ho vissuto e le cose che ho letto sul nostro rapporto a volte mi fanno sorridere. Perché la verità è quella che vivi ogni giorno. Camilleri? Lo conosco da più di 25 anni e non spetta certo a me descrivere le sue doti manageriali di altissimo livello. Conoscendolo bene mi piace sottolineare di lui l’aspetto umano, uno che mette sempre le persone al centro delle aziende, creando grandi squadre. E non è che lui e Marchionne fossero estranei. Si conoscevano da almeno 10 anni, hanno fatto parte entrambi dei due consigli di amministrazione. Con personalità e stili diversi parliamo di due persone di alto livello“.