Giro d’Italia, storica impresa di Chris Froome nella 19ª tappa della corsa rosa da Venaria Reale al Monte Jafferau: il britannico ha attaccato ad oltre 80km dal traguardo sullo sterrato del Colle delle Finestre e si è preso la prima maglia rosa della sua carriera
E’ l’impresa più grande del ciclismo moderno: Chris Froome, l’emblema del ciclismo calcolato e computerizzato, dopo aver vinto 4 Tour de France e una Vuelta di Spagna grazie alla sua squadra che narcotizzava la corsa annientando tutti gli avversari, ha capito che il Giro d’Italia è un’altra cosa e che per vincerlo bisogna adeguarsi al suo percorso così affascinante e spettacolare. Così Froome oggi ha attaccato ad 82km dal traguardo, sullo sterrato del Colle delle Finestre. Una follia nel ciclismo in HD, un’azione d’altri tempi nonostante la TV non sia più in bianco e nero. Neanche Contador o Pantani – tanto per rimanere in tempi più recenti – erano mai riusciti a ribaltare grandi corse a tappe con azioni simili: il Pirata ci aveva provato al Tour de France 2000, dopo aver vinto le tappe del Mont Ventoux e di Courchevel, nella tappa di Morzine con un attacco ad oltre 100km dal traguardo per sfilare la maglia gialla dalle spalle di Lance Armostrong, ma era stato respinto da una crisi gastrointestinale. Al Tour 1998 sul Galibier aveva scritto la storia con un’azione straordinaria sul Galibier mandando in crisi Ullrich, ma l’attacco era arrivato a circa 60km dal traguardo.
Oggi nulla ha fermato Chris Froome che ha scritto una pagina leggendaria della storia del ciclismo, dimostrando che ancora anche nel terzo millennio si possono realizzare imprese così appassionanti con distacchi incredibili rispetto ai rivali.
E così proprio il calcolatore Froome diventa il fantasista che segue l’istinto, si prende così la sua seconda tappa del Giro d’Italia dopo quella di Sabato scorso sullo Zoncolan, e veste la prima maglia rosa della sua carriera. Certamente la più bella, la più difficile, la più sudata e meritata di tutte le maglie da leader fin qui indossate. Ha vinto le due tappe più dure, impegnative e prestigiose di questo Giro, facendo saltare uno per uno tutti i suoi rivali, e adesso domani nell’ultimo tappone alpino è chiamato a difendersi da Dumoulin che è rimasto l’unico a poterlo insidiare per la vittoria finale. Se riuscirà a vincere anche questo Giro, Froome entrerà nella ristrettissima cerchia dei ciclisti che hanno vinto tutte e tre le grandi corse a tappe: Anquetil, Gimondi, Merckx, Hinault, Contador e Nibali.
Giro d’Italia, la clamorosa crisi di Simon Yates
Era sembrato imbattibile nelle prime due settimane, trionfando nelle tappe di Campo Imperatore, Osimo e Sappada e questo Giro d’Italia rimarrà per sempre nel suo cuore per le grandi soddisfazioni che gli ha regalato, ma oggi Simon Yates è andato alla deriva giungendo al traguardo con oltre 30 minuti di ritardo e finendo addirittura fuori dalla top 15 della classifica generale. Peggio del Tour de France dello scorso anno, che aveva concluso 7° con poco più di 6 minuti di ritardo da Froome. Rimangono 13 stupendi giorni in maglia Rosa e il sogno di tornare in Italia per riprovarci in futuro: è un talento giovanissimo e nel prossimo decennio potrà provarci tante altre volte.
Giro d’Italia, Pozzovivo-Formolo orgoglio italiano
Domenico Pozzovivo e Davide Formolo rimangono l’orgoglio d’Italia nel giorno in cui Fabio Aru decide di ritirarsi pochi chilometri dopo il via. Formolo è arrivato 7° sul traguardo di Sappada, Pozzovivo 11°. Entrambi ad oltre 8 minuti da Froome e 5 da Dumoulin, anche oggi tra i migliori. Per Pozzovivo è un passo indietro in classifica generale, dove adesso è scivolato al sesto posto ma sulle salite ha perso pochissimo dagli altri big. Purtroppo la tattica della corsa ha compromesso il suo podio, ma magari domani proverà a riprenderselo. Formolo, invece, risale ancora la classifica generale fino all’11° posto e domani tenterà di risalire nella top-ten magari bissando il 10° posto di un anno fa.