Chris Froome, capitano del Team Sky, ha svelato i motivi della sua debacle nell’undicesima tappa del Giro d’Italia
Simon Yates della Mitchelton Scott ha vinto la sua seconda tappa del Giro d’Italia (Assisi-Osimo) restando saldamente in maglia rosa. Il campione uscente Tom Dumoulin della Sunweb ha ottenuto un buon secondo e la sua forma fisica sta crescendo giorno dopo giorno.
Yates ha esteso il suo vantaggio nella classifica generale a 47 secondi proprio sull’olandese e 1’04” su Thibaut Pinot della Groupama FDJ, mentre Chris Froome del Team Sky è uscito dalla top 10 dopo aver perso altri 40 secondi dalla maglia rosa. Il britannico è palesemente fuori forma, ma le possibilità di un recupero non sono definitivamente tramontate (anche se battere Yates in questo momento è davvero difficile). Chris Froome adesso dovrà dare tutto nelle prossime tappe (la salita sullo Zoncolan sarà fondamentale) e cercare di essere perfetto nella cronometro di Rovereto. Alla ‘rosea’ il capitano del Team Sky ha analizzato la sua prestazione realizzata nell’undicesima tappa del Giro d’Italia: “è stata una giornata difficile non lunga come quella di martedì, ma con un altro finale piuttosto brutale. Non ho intenzione di mentire, mi sono venute fuori le botte causate dalla caduta di Gerusalemme e in questo gioco, se non sei al tuo meglio, non c’è nessun posto dove nasconderti. Non puoi mascherare gli infortuni. E se lo fai, non puoi farlo per lungo tempo. Mi sento come se avessi fatto progressi dalla partenza del Giro e spero di andare avanti a fare il meglio che posso. Continuerò a lottare, è bello avere questa corsa nelle gambe perché quest’anno non ho fatto molte gare. Non ho certamente perso la speranza. Abbiamo visto martedì per Esteban (Chaves, ndr) quanto velocemente questa gara sia cambiata. Può succedere a chiunque è in lotta per la generale. Continuo a essere motivato e con il team farò tutto il possibile“.