Il presidente del comitato olimpico russo, Alexander Zhukov, ha fatto sapere che il Cio ha deciso di revocare la sospensione della Russia
L’incubo per la Russia è definitivamente tramontato, il Comitato Olimpico Internazionale infatti ha deciso di porre fine alla sospensione comminata in seguito alla scoperta di un sistema di doping di stato in cui campioni di urina contaminati venivano scambiati con quelli puliti. Costretti a partecipare alle Olimpiadi Invernali di PyeongChang sotto la bandiera dell’OAR e privati della possibilità di mostrare la propria bandiera, gli atleti russi saranno adesso liberi di tornare a cantare il proprio inno e a di gareggiare con i propri colori nazionali. A rivelarlo è il presidente del comitato olimpico russo, Alexander Zhukov:
“I diritti del comitato olimpico russo sono stati pienamente ripristinati. Tutti i test antidoping condotti sui nostri atleti negli ultimi giorni delle Olimpiadi hanno dato esito negativo”.
Le due positività riscontrate nel corso delle Olimpiadi non hanno dunque spinto il Cio a mantenere la sospensione, anzi, ha deciso di porre fine a questa ‘punizione’ che vige dal 5 dicembre, soprattutto dopo aver incassato il pagamento della somma di 13 milioni di euro. Per quanto riguarda la Rusada (agenzia antidoping russa) dovrà passare del tempo prima della completa assoluzione:
“Sfortunatamente il nostro lavoro con la Wada, intendo la piena reintegrazione della Rusada, non è stato ancora completato, e c’è un considerevole lavoro ancora da fare. Credo che debba essere fatto al più presto, perché si tratta del sistema per combattere il doping in Russia. Un tale sistema può esistere se la Rusada è pienamente reintegrata nei suoi diritti”.