Il giapponese dello short track Kei Saito è infatti risultato positivo all’acetazolamide, un diuretico, in un controllo fuori competizione. L’atleta è stato sospeso e ha già lasciato il villaggio olimpico
Non bastava il norovirus a rendere complicata questa edizione delle Olimpiadi Invernali, nella giornata di oggi ecco anche l’ombra del doping allungarsi sui Giochi di PyeongChang. A risultare positivo ad un controllo fuori competizione è il giapponese dello short track Kei Saito, già sospeso dal Tas e costretto ad abbandonare il villaggio olimpico. L’atleta nipponico avrebbe assunto l’acetazolamide, un diuretico, che potrebbe costargli una squalifica abbastanza lunga che verrà eventualmente decisa al termine delle Olimpiadi. Tramite una nota stampa, lo stessso Saito ha provato a difendersi:
“Sono sorpreso dal risultato di questo test. Non mi sono mai dopato intenzionalmente. Ho partecipato al seminario antidoping della mia federazione e so che gli atleti non devono fare ricorso al doping, nemmeno involontariamente. Quando mi sono infortunato o ammalato, ho sempre seguito le istruzioni degli specialisti. Sono molto attento a ciò che mangio e a cosa bevo nella vita di tutti i giorni. Il risultato di questo test va al di là della mia immaginazione: se qualcosa di diverso c’era nel mio corpo, è assolutamente al di là della mia intenzione. Combatterò per dimostrare la mia pulizia, ma se lo facessi ora al Tas finirei per creare un problema a tutta la nostra squadra. Per questo, accetterò la decisione e lascerò il villaggio olimpico volontariamente”.
Il capo missione giapponese ai Giochi, Tsotomu Kawasaki, si schiera al fianco dell’atleta e in conferenza sottolinea che la sostanza incriminata “non può essere acquistata in Giappone“. Sempre secondo il capo delegazione nipponico, l’atleta era risultato negativo a un altro test durante il ritiro pre-Giochi e da metà gennaio è sempre stato a stretto contatto con compagni e tecnici.