L’UCI vuole intensificare il lavoro in Sud America debellando il doping nei principali Paesi del subcontinente
L’UCI ha intenzione di intensificare la sua presenza in Sud America. Negli ultimi mesi i casi doping si sono intensificati e lo staff della Federazione Ciclistica Internazionale è corso ai ripari. Nei Paesi sudamericani, i corridori non sono assistiti come in Europa o in America del Nord, e spesso e volentieri i manager utilizzano sostanze illecite per dare maggior vigore ai propri assistiti. Soprattutto in Colombia, Costa Rica ed Ecuador si assiste ad una crescita esponenziale dei talenti ciclistici, che vorrebbero esordire in Europa. Nell’ultima edizione della Vuelta a San Juan, l’UCI ha testato ogni giorno gli atleti per verificare che nessuno di loro utilizzasse pasticche o trasfusioni di sangue. La Federazione ha però deciso di essere ancora più presente ‘sul campo’ per cercare di dare trasparenza al ciclismo. I corridori sudamericani non sono tutelati a sufficenza, a causa soprattutto di manager che ignorano le dinamiche dell’UCI o del codice etico. Per evitare altri casi doping, la Federazione ha deciso di mandare ispettori e addetti a fare dei controlli a sorpresa e tutelare sia i corridori che le squadre che hanno intenzione di ingaggiare i giovani talenti sudamericani.