Il caso Froome continua a destare perplessità e sia Beppe Saronni che Brent Copeland pretendono una risoluzione veloce
Il caso Froome tiene ancora sotto scacco il mondo del ciclismo. La positività del corridore del Team Sky alla Vuelta di Spagna ha devastato tutti gli appassionati delle due ruote e spaccato letteralmente i corridori. Infatti ci sono coloro che sono a favore di Chris Froome e credono nella sua lealtà sportiva, mentre altri accusano il ciclista di scorrettezza e di barare. Per ora né L’UCI né la WADA hanno dato una decisione definitiva, e questo porterà tempi lunghi e probabilmente un nuovo caso Contador (squalifica retrodatata e perdita delle vittorie conquistate). Romain Bardet dell’Ag2R La Mondiale e molti altri ciclisti hanno attaccato il ciclista del Team Sky e stanno sperando che il caso si concluda rapidamente con la sospensione del corridore britannico. Anche Beppe Saronni, general manager della UAE Team Emirates vuole chiarezza e pretende una risoluzione veloce del caso, come riportato dalla Gazzetta dello Sport:
“per il bene del ciclismo, mi auguro che Froome chiarisca tutto. Detto questo, mi risulta che tutte le squadre abbiano un codice interno. Ma Codice o no, qui entrano in gioco i principi che il team si dà. Ci sono dei valori etici di riferimento che non avrebbero neanche bisogno di discussione”.
Anche il team manager della Bahrain Merida, Brent Copeland, ha usato toni forti su questo tema:
“al pubblico serve chiarezza, invece così la situazione è incomprensibile. Codice di condotta interno o meno, dico che il regolamento dovrebbe prevedere una sospensione cautelare. Poi faccio una domanda: “Come mai l’Uci, che già sapeva del caso, non ha fatto nessuna segnalazione alla Commissione licenze? Perché Sky non è stata chiamata?”.