Caso Froome, Romain Bardet sbotta e attacca l’UCI: “non possiamo più essere permissivi”

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Romain Bardet attacca Chris Froome, corridore trovato positivo all’ultima edizione della Vuelta di Spagna

LaPresse/Reuters

Romain Bardet dell’Ag2R La Mondiale pretende giustizia dal caso Chris Froome. Il corridore del Team Sky è stato trovato positivo al salbutamolo, sostanza che serve ad alleviare l’asma, nell’ultima edizione della Vuelta di Spagna. Il ciclista francese vuole una risoluzione del problema nel minor tempo possibile e pretende dall’UCI spiegazioni. La risoluzione di questo caso potrebbe slittare di parecchi mesi e di conseguenza falsare la maggior parte delle corse 2018. Romain Bardet è un corridore senza peli sulla lingua e ha sempre detto ciò che pensa senza giri di parole. Il capitano dell’Ag2R La Mondiale ha analizzato il caso Froome, come riportato dalla Gazzetta dello Sport:

“bisogna essere esemplari sull’equità, sul modo di trattare il problema. Sono stupito che, senza una fuga di notizie alla stampa, il caso sarebbe passato sotto silenzio. Ora sono sollevato dal fatto che non si sono lavati i panni sporchi in famiglia. Il ciclismo manca di trasparenza e rischia di morire se non verranno adottate delle misure idonee. L’Uci avrà i mezzi per fare tutta la luce su questa storia? I periti potranno stabilire se è naturalmente possibile presentare questo tasso elevato di salbutamolo nelle urine? Il potere di Sky in termini di bilancio e di competenze lo conosciamo. Non posso pensare che un corridore con una dose così alta di salbutamolo possa essere assolto. Altrimenti perché mettere un limite? La giurisprudenza in materia dice che i corridori presi sono stati condannati. A meno che non ci sia una grande scoperta scientifica nel giro di pochi mesi. Spero ci sia un’indagine indipendente, davanti alla quale Froome dovrà dare le sue spiegazioni. Questo per avere un quadro completo e un verdetto indipendente. Mi spiace che i regolamenti non prevedano una squalifica temporanea in attesa dell’esito. Posso credere alla sua buona fede, ma ha superato dei limiti che prevedono una squalifica. Non possiamo più essere permissivi. E sarebbe catastrofico per tutto il movimento se potesse correre e poi venisse squalificato retroattivamente. L’Uci è cauta perché, in caso di assoluzione, Froome e la squadra chiederebbero un risarcimento danni. La pressione finanziaria è molto forte e questo, di fronte a Sky, fa pensare. Il ciclismo non ha altra via che l’esemplarità”.

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