MotoGp – Dovizioso tra evoluzioni e ammissioni: “io non sono come Valentino. Jorge? Ecco perchè ci ha aiutato”

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A tutto Dovizioso, dal talento del suo rivale Marquez agli aspetti positivi dell’arrivo di Lorenzo in Ducati: il campione forlivese a cuore aperto

Un secondo posto che vale quasi quanto una vittoria, quello di Andrea Dovizioso nel Motomondiale 2017. Il ducatista ha disputato una stagione eccezionale e sorprendente, regalando emozioni uniche a tutti gli appassionati delle due ruote, non solo ai tifosi del team di Borgo Panigale. Il campione forlivese ha ceduto a Marc Marquez solo all’ultima gara stagionale, quella di Valencia, dopo una lotta durata mesi che ha fatto impazzire tutti i fan. Una stagione soddisfacente, che dona alla Ducati, ma soprattutto a Dovizioso, consapevolezza e forza fondamentali per una stagione sempre al top. Intervistato da Motosprint, il ducatista ha commentato la sua stagione, partendo dal suo rivale, tra pregi e difetti, caratteristiche e talento:

“Marquez è pazzesco. Il problema non è cercare di aggredirlo, ma prenderlo: perchè lui è come il pugile che schiva le botte! E’ furbissimo, coraggioso, così sicuro di sè che reagisce all’istante, non pensa mai che tu lo potrai battere. Non cala mai, riesce sempre a ricrearsi la situazione. Batterlo all’ultima curva è stato bello, emozionante. La gara che mi ha sorpreso di più, quando l’ho riguardata, è stata quella di Motegi. Non il giro finale ma tutta la corsa: la pista era così allagata che non c’era grip, la moto scivolava anche in rettilineo, eppure io e Marc siamo andati fortissimo, da dentro non ce ne rendevamo conto, invece abbiamo fatto una gara da paura. Lui ci prova sempre, ed è molto bravo a gestire la situazione al limite. Secondo me ha di brutto una cosa: entra a priori, quindi ti devi adattare alle sue manovre. Io non faccio così, o supero uno in un certo modo, preciso, oppure non lo attacco, e può essere un pregio ma anche un difetto. Marc attacca sempre. Con me non l’ha mai fatto, ma l’ho studiato e così, conoscendolo, l’ho fregato due volte perchè sapendo che avrebbe fatto quella mossa, mi sono preparato ad arginarla: non puoi lottare con Marquez sul suo stesso piano, lo scontro, quindi devi imbrogliarlo in altri modi. Era l’unica cosa che potevo fare”.

Dovizioso ha affrontato un lungo processo di maturazione, che gli ha permesso di ottenere una fiducia e una forza senza le quali sicuramente non avrebbe potuto lottare per il titolo. Tra i cambiamenti del ducatista, anche il rapporto con la stampa e i media:

“in MotoGp, per tanti anni ho vissuto male la situazione dei media. Per vari motivi, nonostante lottassi per il podio, non venivo nemmeno considerato, come se non esistessi. Poi ho capito che non avevo il potere di cambiare quella situazione, quindi ho smesso di guardare i giornali e la Tv, staccando dal mondo esterno, facevo la mia vita senza dare importanza a come venivo descritto, e come venivano invece descritti gli altri. Ho capito che c’erano cose in cui potevo migliorare, e l’ho fatto. A quel punto la mia relazione con i giornalisti è cambiata totalmente, da cinque anni il mio rapporto con i media non è più disastroso. Io non sono cambiato, in realtà, però c’è più rispetto reciproco con i giornalisti. Io ero timido e chiuso e non ero un soggetto interessante per i media. Insomma, di me, ai giornalisti non fregava un cazzo! Io, vedendo cose che non mi andavano bene, mi irrigidivo ancora di più, era un disastro. Sbagliavo anch’io certe cose, su altre invece avevo ragione. Valentino? Bisogna capire che io non sono lui e non avrò mai la sua importanza. Soltanto che questa situazione adesso non la vivo più male. Le mie priorità sono altre: devo stare bene con le persone che ho attorno e devo cercare di vincere il campionato del Mondo. Vivo tutto benissimo, e questo è anche uno dei motivi per cui sono arrivato a certi risultati: sono a posto con me stesso”

Infine non poteva mancare un commento sul suo nuovo compagno di squadra, oggetto spesso di critiche e polemiche, Jorge Lorenzo. Dovizioso ha ammesso che il suo arrivo è stato utile per l’intero tema:

“Ha aiutato, Jorge, perchè certi ingegneri avevano le loro convinzioni sui pregi e i difetti della moto, ed erano state ricavate in base ai risultati fatti da me e Iannone. Con l’arrivo di Lorenzo è emersa una cosa: ciò che avevo detto è stato ripetuto da Jorge. Un ingegnere va avanti con le idee che ha, non tanto su quello che dice il pilota. Pensa che la moto va bene. Ma Jorge ha aiutato a far capire meglio la situazione. Jorge è venuto in Ducati nel momento giusto. Cioè perfetto per me, perchè sono maturato anch’io negli ultimi anni. Lorenzo è fortissimo, non crolla mai, anche di fronte ai problemi reagisce sempre. Un pluricampione del Mondo che ha preso la paga che ha preso lui nel 2017, a fine stagione era comunque ancora lì con noi. Questo ti dice che è forte di testa. Non si butta giù. E mi ha anche sorpreso, perchè ha ‘sbroccato’ mille volte e l’ha fatto nei momenti in cui no si vedeva all’esterno ma è riuscito a gestirsi molto bene.

 

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