Brent Copeland non ci sta: il general manager della Bahrain Merida si pone molte domande sul caso Froome
La faccenda che sta coinvolgendo Chris Froome si fa sempre più fitta e polemica. Il capitano del team Sky è risultato positivo al test antidoping effettuato lo scorso 7 settembre durante la 18ª tappa della Vuelta di Spagna 2017, corsa vinta proprio da Froome. Il britannico ed il suo team sono venuti a conoscenza della sua positività al salbutamolo lo scorso 20 settembre, dopo una comunicazione dell’UCI, che solo ieri ha annunciato al mondo intero quanto accaduto, solo perchè ‘minacciata’ da due quotidiani di svelare in anteprima la notizia. Un comportamento che desta sospetti, considerando anche che, nonostante siano passati quasi 3 mesi, l’UCI non ha ancora preso alcun tipo di provvedimento nei confronti di Froome. Tanti gli interrogativi che molte persone nel mondo del ciclismo si stanno ponendo. Brent Copeland, general manager della Bahrain Merida, intervistato dalla Gazzetta dello Sport, durante il ritiro del suo team in Croazia, non ha nascosto le sue perplessità:
“Perché il team Sky non ha sospeso Froome? Sinceramente, la cosa mi sorprende. Voglio però premettere che le mie parole non sono un attacco a Sky e neppure a Froome. Si tratta di riflessioni che faccio ad alta voce nell’interesse del ciclismo. La notizia è stata comunicata il 20 settembre e la maggior parte delle squadre ha un codice di comportamento interno che in casi del genere prevede la sospensione dell’atleta, fino a che la vicenda non viene definita. Noi compresi, ovviamente. Siamo molto rigidi. E se la cosa fosse capitata a uno qualunque dei nostri atleti, da Nibali a Feng, l’avremmo fermato. Può capitare a tutti una vicenda del genere. E Sky ha sempre proclamato la tolleranza zero. L’Uci l’altro giorno ha fatto la lista delle licenze per i team di World Tour e, dal tenore della comunicazione, si capiva che Sky non è stata chiamata a chiarire davanti alla commissione licenze la propria posizione in seguito alla vicenda Froome. Perché? Di solito, per questioni amministrative, finanziarie e naturalmente etiche, succede. Stavolta, no. Perché?”.