Vuelta di Spagna, nella 15ª tappa entusiasmante bis di Miguel Angel Lopez: Nibali sbaglia a non seguirlo nell’attacco decisivo, poi ci prova da solo ma è inutile, consuma troppe energie e cede nel finale perdendo 6” da Froome
Vuelta di Spagna – Oggi bisognava isolare Chris Froome, attaccarlo da lontano, provare a farlo saltare. Nibali era l’unico a poterlo fare, a mettere in discussione la sua forte ladership in classifica generale. Ci sperava, ci credeva. L’aveva detto: “proveremo ad isolarlo“. La tappa era ideale, con tante salite lunghe una dietro l’altra. Ma stavolta il Team Bahrain Merida non ha mai tenuto in mano la gara: i gregari dello Squalo si sono staccati prima che la corsa entrasse nel vivo. Sull’Alto de Hazallanas, la salita più dura di giornata, non ha attaccato nessuno. Calma piatta anche nella successiva discesa, così Froome è arrivato in carrozza con 5 compagni di squadra ai piedi della salita finale, 28 chilometri di ascesa ininterrotta, ma mai troppo dura. Strada larga, vento contrario o laterale, numerosi falsopiani. Ideale per stare a ruota, ideale per Froome e per i suoi compagni del Team Sky.
A -27km dal traguardo, all’inizio dell’ultima lunga salita, attacca il “Pistolero” Alberto Contador. Lo segue il giovane talento colombiano dell’Astana “Super” Miguel Angel Lopez, già vincitore della tappa dell’Osservatorio di Calar Alto. Sarà l’attacco decisivo, per la tappa e per la classifica generale. E’ qui che lo Squalo sbaglia. Nibali resta in gruppo, non coglie l’attimo. Era quella l’azione da sfruttare per isolare Froome. Il Team Sky, infatti, ha lasciato andare Lopez e Contador, lontani in classifica. Così i vari Puccio, Nieve e Poels hanno potuto lavorare a lungo. Invece con un Nibali all’attacco da lontano, sarebbe cambiato tutto.
Lo Squalo, poi, ci ha provato ai -13 dal traguardo: ma Contador e Lopez, davanti, avevano più di un minuto di vantaggio. Impossibile raggiungerli da solo. Dietro non c’era nessun altro in grado (o con le intenzioni) di seguirlo. La strada era larga, la pendenza leggera, pedalabile. Nibali non ha mai guadagnato più di 10” sul gruppo, e così dopo un paio di chilometri s’è rialzato (dopo aver sprecato preziose energie). Ha sbagliato i tempi oggi lo Squalo, ha perso una grande occasione.
Miguel Angel Lopez ha vinto la sua seconda tappa in questa Vuelta, e adesso è 2° nella classifica per la maglia a pois (miglior scalatore) con 8 punti di ritardo da Villella, e secondo anche nella classifica combinata dietro Froome, così martedì farà la cronometro di Logroño in maglia bianca. Lopez è anche risalito in classifica generale, dove può comprensibilmente puntare al podio: è 6° con 2′ e 51” di ritardo da Froome.
Nibali alla fine sul traguardo ha perso 6” da Froome, qualcosa in più da Kelderman e Zakarin in lotta per il terzo posto del podio. Lo Squalo rimane saldamente secondo in classifica generale, con 1′ e 01” di ritardo da Froome e 1′ e 07” di vantaggio su Zakarin, terzo. Resta l’unico a poter sfilare la maglia rossa di dosso dal britannico del Team Sky, ma adesso c’è la giornata di riposo (domani) e la lunga cronometro (40 chilometri piatti) di martedì. Nibali a crono si difende bene, e va meglio di tutti gli altri inseguitori. I distacchi saranno fondamentali per capire cosa potrà succedere nelle 4 tappe successive, quelle decisive per la vittoria finale. La Vuelta si deciderà negli ultimi tre arrivi in salita di mercoledì, giovedì e sabato della prossima settimana. Mercoledì durissimo arrivo in quota dopo 180 chilometri e tre salite molto dure, l’ultima verso il traguardo di Los Machucos con rampe al 27%. Giovedì si arriva a Santo Toribio de Liébana dopo 4 salite brevi e non troppo dure, ma ravvicinate (un percorso da classica). Venerdì arrivo in discesa dopo 4 salite, l’ultima a 14km dal traguardo (altro percorso da grande classica), infine Sabato il terribile Angliru con tre salite durissime nel finale. Ma sarà un’altra tappa cortissima (117,5km), simile a quella di oggi. Per attaccare Froome non si potrà aspettare la salita finale.