Milan-Juventus e quel bimbo chiamato… Buffon: quando Gigi non si comportò da uomo

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Sabato va in scena Milan-Juventus e la mente corre al gol non convalidato a Muntari: lì Buffon non si comportò da campione

È successo qualche tempo fa. E ne riparliamo senza voler riaccendere inutili e ormai trascorse polemiche, ma per far capire quanto il gioco del calcio sia, e rimanga, nei secoli dei secoli, un puro e semplice gioco, da bambini.

LaPresse/Daniele Badolato
LaPresse/Daniele Badolato

Questo fine settimana vedrà la riproposizione di una partita da sempre tribolata come Milan – Juventus. Fu proprio in occasione di una di queste sfide che il portiere più forte d’Italia, qualcuno dice del Mondo intero, un portiere a cui, viste le recenti prestazioni e parate, verrebbe proprio voglia di consegnare il Pallone d’Oro, un giocatore – capitano della Nazionale Italiana che è sempre stato sinonimo ed esempio di lealtà e onestà, commise il più classico degli sbagli. Un errore. Una macchia. Una stupidata. Uno di quegli episodi che fa capire, dimostrandolo coi fatti, come alla fine, anche il più grande portiere del Mondo sia, sotto sotto, un bimbo, quando gioca a calcio. Testa di Muntari. Gol netto. Dentro la porta di un metro.

Jonathan Moscrop/Lapresse
Jonathan Moscrop/Lapresse

Gigi lo sa. Lo ammetterà, poi. Ma fa finta di niente. Antisportivamente rimette la palla in gioco. Mentendo a sé stesso. E lasciando che il “bimbo” che è in lui prenda, quella volta, il sopravvento: il bimboBuffon vuole vincere, non vuole perdere, e come un infante, non visto dal maestro, cerca di nascondere la verità. Certo, non un comportamento da uomo, calciatore, capitano, campione. Un comportamento meschino. Un comportamento bambino. Umanamente comprensibile, però. Perché quando si rincorre un pallone su di un rettangolo di gioco, dentro, in fondo al cuore, si è tutti, inconsolabilmente, bimbi.

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