La storia del Cavallino Rampante che, da decenni, incarna lo spirito di quei bolidi talmente famosi che è inutile pronunciarne il nome
Narra la leggenda, che qualche volta va d’accordo con la storia, che un giorno di parecchi anni fa, un giovane pilota, finalmente, dopo tanti tentativi andati a vuoto, e dopo una vita spesa nel dedicarsi a motori, lamiere, pistoni e metalli a forma di automobile, vinse una gara! Narra la leggenda che fosse il 17 giugno del 1923. Circuito del Savio. Dalle parti di Ravenna. Il pilota è felice, ma composto. Ha vinto, è la prima volta, ma non vuole esagerare.
Come sempre fa, nella vita, misura parole e emozioni. Serio, nello sguardo e nel portamento. Narra la leggenda che a quel pilota finalmente vincitore si avvicini un signore, per complimentarsi. Il signore coi baffi parla a lungo col pilota. Gli racconta del figlio scomparso in guerra: Francesco Baracca, aviatore, proveniente dal Reggimento Piemonte, cavalleria, che aveva un cavallino rampante disegnato sul suo aereo. Lo stesso cavallino rampante che quel pilota decise di utilizzare come simbolo dei bolidi che mise su strade e piste di tutto il mondo. Bolidi talmente famosi che è inutile pronunciarne il nome, tanto lo sanno tutti.