Ad un passo dal suo cinquantesimo compleanno, ripercorriamo la vita di Mike Tyson, uno dei personaggi più controversi della storia della boxe
C’era anche lui tra i tantissimi presenti a Louisville per le esequie del più grande pugile di tutti i tempi, Mohammad Alì. Mike Tyson (domani 50 anni), col suo vestito scuro ed il suo tatuaggio da cattivo di Star Wars a incorniciare il viso del pugile che sul ring la buttava quasi in rissa.
Arrivando una volta a staccare il lobo dell’orecchio di un avversario, come fece con Evander Holyfield, quando la sua rabbiosa potenza non scaturiva più dai suoi pugni come un tempo. Quell’Iron Mike che martellava i suoi avversari fino a mandarli al tappeto. Violento e rissoso, dentro e fuori dal ring, tutto un altro personaggio rispetto alla farfalla che fluttuava sul ring pronta a pungere, però, poi a morte l’avversario, irretito dal suo Alì Shuffle. Lontano dal ring da ben undici anni, Tyson arriva alla boa dei 50 anni e si presenta in giacca e cravatta nella sua nuova immagine di manager con la sua Iron Mike Productions, che cerca di far crescere una ventina di boxer di belle speranze. In giro per il mondo con moglie e figli, a raccogliere gettoni di presenza con la sua presenza in show televisivi di tutto il mondo.
Da noi è stato anche ospite di un Festival di Sanremo. Oppure in camei in film o video di pop star come Madonna. Insomma, un Mike Tyson nuovo, più gentile e meno arrabbiato di quello descritto dalla sua biografia “True”, in cui si raccontano fatti – veri o pseudo tali – di un uomo uomo vittima del sesso e della brutalità. Che ha conosciuto il carcere, non per difendere i diritti del popolo nero o dei musulmani d’America, ma per violenza carnale, come è capitato a lui, con le accuse di Desire Washington che gli costarono una condanna a sei anni di carcere e l’inizio della sua “fine” sportiva.
Tracolli finanziari, vicende torbide e una rinascita fuori dal ring, come personaggio pubblico che si è rifatto una verginità di persona meno cattiva e quindi appetibile per lo show business, gli hanno permesso di risalire la china, lasciandosi alle spalle un passato che, non potrà mai cancellare, ma dal quale ha avuto la forza di tirarsi fuori. Per lui, chissà, magari, in futuro potrebbe esserci anche un incarico in politica, sulla scia di quel Donald Trump per il quale ultimamente si è speso, schierandosi dalla parte del candidato repubblicano, anche se questi non è certo amico dei musulmani. Ricordando come il magnate sia stato dalla sua parte ai tempi del carcere per violenza carnale, dandogli fiducia e rispettandolo. (ITALPRESS).