Il campione brasiliano compie oggi 75 anni, una carriera costellata di successi che, forse, mai nessuno riuscirà ad eguagliare
How do you spell Pelè? G-O-D! Non servono traduzioni per capire come il Sunday Times descrivesse la prova di Edson Arantes Do Nascimento dopo la finale mondiale di Messico 1970. Italia sconfitta 4-1, il Mondo ai piedi di Pelè, il Dio del calcio mondiale.
Oggi O’ Rei compie 75 anni, una vita caratterizzata da successi, record ed emozioni tutte incastonate in una carriera fantastica avvicinata, ma poi non così tanto, solo da Diego Armando Maradona. “Prima della gara mi ripetevo che era di carne e ossa ma mi sbagliavo“. Parole e musica di Tarcisio Burgnich, difensore italiano presente quando Pelè alzò al cielo la sua terza Coppa Rimet, insegnando al mondo il gioco del calcio. 1281 esultanze, ennesimo record di un calciatore straordinario, una carriera legata al Santos, vent’anni dedicati ad una singola maglia, un club condotto ai fasti di una storia che forse non si ripeterà più. Il tramonto vissuto in America, protagonista anche nei Cosmos, trascinati alla vittoria del campionato a suon di gol e grandi giocate.
C’è un prima e un dopo Pelè nel mondo del football, come la fede cattolica che attende l’avvento del Messia, il calcio attende un nuovo Pelè ma, forse, questa attesa potrebbe anche non finire mai. Allora auguri O’Rey, ultimo campione di un calcio che ormai non c’è più.