Un dominio dittatoriale sulla stagione di Formula 1. Max Verstappen ha monopolizzato il Mondiale delle 4 ruote vincendo in ogni angolo del globo. Per buona parte della stagione è stato inquadrato alla partenza, quasi sempre dalla pole, e al traguardo, quasi sempre primo. Durante la gara, le telecamere preferivano inquadrare gli altri: Max è primo e lo resterà per tutto il tempo, non fa notizia nè spettacolo.
Distacchi incolmabili con gli avversari, Sergio Perez, suo compagno di scuderia (guida la stessa machina), staccato nettamente dopo le prime gare.
I record
In stagione sono arrivate 19 vittorie in 22 gare, una percentuale di successi che si attesta all’86.4%: migliorato il record di Alberto Ascari che resisteva dal 1952 (6 vittorie in 8 gare). Ascari non prese parte al GP di Svizzera: se lo escludiamo, le sue vittorie diventano 6/7 (85.7%).
Ad Abu Dhabi Verstappen ha superato i 1000 giri al comando (1003 su 1325 (75.7%), i km passati in testa sono stati 4914 su 6700 (73.3%). I record da battere erano di Jim Clark, stagione 1963, primo per il 72.1% della distanza e il 71.5% dei giri.
Il primato sfuggito
Eppure, un record ‘Super Max’ non è riuscito a ritoccarlo al rialzo. La gara di Singapore, l’unica del Mondiale nella quale non si è piazzato sul podio (chiuse 5°), gli ha impedito di eguagliare il record di 17 podi in 17 gare segnato da Michael Schumacher nella stagione 2002.