Le esclusioni, la Federazione e Paola Egonu, a tutto Mazzanti: “mi ha detto che non voleva più lavorare con me”

Davide Mazzanti a 360 gradi: dalla Federazione alle esclusioni importanti. L'ex ct azzurro parla anche di quanto accaduto con Paola Egonu

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Davide Mazzanti non è più l’allenatore della Nazionale femminile di pallavolo. Dopo un periodo difficile, fatto di problemi con le giocatrici, risultati non soddisfacenti e critiche, la Federazione ha deciso di voltare pagina e interrompere il rapporto di lavoro con Mazzanti, il cui posto è stato preso da Velasco.

Intervistato dai colleghi della Gazzetta dello Sport, Mazzanti ha parlato dei travagliati ultimi mesi in azzurro e di quanto accaduto con Paola Egonu.

Dopo il 3° posto al Mondiale 2022 la Federazione mi ha chiesto di avere coraggio e ripartire in Nations League con un progetto giovane per poi inserire in corso d’opera le più esperte. Non c’è stata nessuna esclusione preventiva (ha fatto molto discutere quella di De Gennaro, ndr). Visti i primi risultati, con la Fipav è maturata l’idea di cambiare il meno possibile: alla vigilia dell’Europeo sono state aggregate solo 4 nuove atlete“, ha affermato Mazzanti.

Egonu

“Dopo la semifinale al Mondiale 2022 (ko 3-1 col Brasile, ndr) Paola m’ha detto che non avrebbe più voluto lavorare con me. Nel 2023, prima dell’estate ho avuto un confronto con lei: s’è scusata, siamo ripartiti dal collegiale di Firenze, ma in ritiro ha fatto fatica. Non riusciva a riposare, e ciò a volte non le permetteva di iniziare o finire gli allenamenti. Ci siamo confrontati col professor Vercelli, il nostro psicologo, e abbiamo individuato, d’intesa con la Federazione, due vie: escluderla dall’Europeo o reinserirla con un percorso progressivo. Toglierle il posto da titolare doveva riaccenderle la voglia di tornare a essere leader. Egonu all’Europeo non riusciva più ad accettare questa situazione di iniziale riserva”, ha aggiunto Mazzanti

La Federazione

Con Egonu siamo arrivati a un punto in cui dovevamo scegliere cosa fare e dovevamo essere una cosa sola. Invece abbiamo lasciato la porta aperta alle critiche. In questi anni il mio percorso è spesso stato in bilico. Nel 2018, prima del Mondiale, la Fipav aveva già scelto il mio sostituto, poi arrivò l’argento. L’anno dopo, al Preolimpico di Catania, se non ci fossimo qualificati non avrei avuto una seconda chance a dicembre. E nel 2021, fuori ai quarti ai Giochi, se non avessi vinto l’Europeo avrei chiuso lì. I bivi sono stati tanti, non rimpiango le scelte. Il rammarico è per altro. L’ho detto anche al Consiglio Federale e al presidente Manfredi: abbiamo dato un cattivo esempio. L’ambiente andava tutelato e non delegittimato. Quando lasci la possibilità che il c.t. passi per incompetente, che le scelte fatte sono maturate per complottismo, incompetenza e rivalità, fai male al movimento“, ha concluso.

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