Scandalo scommesse, dirigente e giocatore accusati di usura: “nella chat con Fagioli”

Un dirigente e un calciatore indagati nello scandalo scommesse: accuse di usura nei loro confronti. Sarebbero stati nella chat con Fagioli

SportFair

Si ritorna ancora a parlare dello scandalo scommesse. Dopo qualche giorno di pausa dovuto, di fatti, all’assenza di novità dopo le inibizioni inflitte a Nicolò Fagioli e Sandro Tonali, spuntano altri due nuovi nomi coinvolti nella vicenda.

Si tratta del direttore tecnico dell’Alessandria Ninni Corda e del calciatore Cristian Anelli che hanno ricevuto un avviso di garanzia dalla Procura di Brescia con l’accusa di usura. L’accusa riguarda un presunto prestito di soldi a tassi elevatissimi (si parla del 280%) a un 28enne ex direttore sportivo di una formazione di dilettanti di Brescia, indebitatosi pesantemente a causa delle scommesse sportive.

Nel gruppo con Fagioli

Secondo quanto riportato da “La Gazzetta dello Sport”, lo stesso giovane che aveva chiesto i soldi in prestito ha denunciato la situazione. Il ragazzo si è dichiarato ludopatico davanti ai carabinieri. Nella ricostruzione sarebbe emerso che Corda e Anelli sarebbero stati nello stesso gruppo Telegram di scommesse illegali in cui era presente Fagioli.

L’uomo avrebbe anche parlato di una proposta nata per alleggerire il debito: dover reclutare altre persone, soprattutto calciatori, per il gruppo Telegram di scommesse sportive illegali.

La versione di Corda

In merito alla vicenda, Corda ha spiegato di aver “prestato soldi a chi credevo un amico e poi è diventato un ex amico. E non me li ha restituiti. Ho tutto documentato“. E il suo legale: “il mio assistito dice di avere argomenti per dire non sia vero nulla. Siamo all’inizio. Se l’ipotesi è usura la risposta è no. Prenderò presto contatto con i pm“.

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