WTA Finals, tenniste furiose: l’organizzazione l’ha combinata grossa

Le tenniste puntano il dito contro l'organizzazione delle WTA Finals: situazione a dir poco surreale a Cancun per il torneo di fine anno

SportFair

Le WTA Finals sono appena iniziate e già risuonano, a gran voce, le prime polemiche. E il tennis giocato non c’entra nulla. Anche perchè le tenniste sono impegnate a commentare più il contesto che i risultati sportivi. Le top player del circuito WTA puntano il dito contro la disorganizzazione del torneo.

L’evento di Cancun, infatti, è stato ultimato in fretta e furia, a ridosso dell’inizio della competizione, in un campo che prima doveva essere indoor e poi è stato costruito all’aperto. Appena 4000 i posti a sedere, pochissimi per un evento del genere, ma che vengono riempiti per circa il 40%. Terreno irregolare, testato da ogni giocatrice per appena 45 minuti prima dei match ufficiali. Insomma, non di certo l’attenzione che merita un torneo del genere con le migliori tenniste al mondo.

La rabbia di Sabalenka

Aryna Sabalenka, numero 1 WTA, in conferenza stampa ha espresso tutta la sua insofferenza per la situazione: “devo dire che sono davvero delusa fin qui dalla Wta e dalla mia esperienza alle Finals. Mi sento veramente non rispettata dall’associazione. Penso che molte di noi si sentano così. Questo non è il livello di organizzazione che ci aspettiamo dalle Finals. A essere onesta, non mi sento al sicuro a muovermi sul campo il più delle volte: il rimbalzo non è regolare e non siamo state in grado di allenarci su questo campo fino a ieri. Non è per niente accettabile per me con tutto quello che vale questo torneo e quanto c’è in palio“.

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