Una brutta vicenda fuori dal campo per Lautaro Martinez, attaccante dell’Inter. Il nerazzurro è stato condannato a un risarcimento per il licenziamento di una babysitter di 27 anni affetta da una grave malattia e morta pochi mesi dopo. Dopo oltre 8 mesi dall’assunzione, la giovane donna, improvvisamente, accusava fortissimi dolori all’addome che ne richiedevano l’immediato ricovero ospedaliero.
Dal letto d’ospedale dove era ricoverata, si vedeva recapitare il licenziamento da parte del proprio datore di lavoro, per un preteso superamento del periodo di comporto. Il giudice ha dichiarato l’illegittimità del licenziamento avvenuto durante il periodo di comporto e condannando il datore di lavoro al versamento di una somma in favore degli eredi della giovane baby sitter oltre al pagamento delle spese legali.
Il calciatore si è poi sfogato sui social: “avevo deciso di rimanere in silenzio per rispetto. Ma non permetterò che venga infamata la mia famiglia. Abbiamo assunto una persona che era già malata, nostra amica da una vita. Abbiamo fatto molto per lei e la sua famiglia. Abbiamo pagato viaggi, aiutato a trovare i letti in ospedale, aiutato con le cure, con la sistemazione della famiglia che abbiamo dovuto convincere affinché venisse ad occuparsi della figlia che stava morendo.
E la sua famiglia, mentre la figlia stava morendo, ha tentato di ottenere soldi da noi, ha tentato di approfittarsi della situazione anche dopo la morte. Noi l’aiuto, un grande aiuto, lo abbiamo dato a lei quando aveva bisogno. E ora tentate di infamarci? Che razza di persone siete che tentate di approfittare della morte di un figlio per ottenere denaro?”.