Banchero, Petrucci e la promessa insostenibile fra illusioni e tradimenti

Gianni Petrucci duro su Banchero: il presidente FIP si sente preso in giro dall'atteggiamento del ROY NBA dopo il no all'Italia

SportFair

Paolo Banchero ha detto no all’Italia: giocherà i Mondiali di Basket con il Team USA. C’era da aspettarselo, nessuno si era fatto illusioni. Anzi sì. E la ‘colpa’ è proprio di Paolo. Italo-americano che di ‘italo’ ha solo il nome e quanto basta per il passaporto, ma che culturalmente e sportivamente ha un background a stelle e strisce, Banchero si è più volte riempito la bocca di dichiarazioni d’amore per l’Italia. Legittime.

Chi non ama l’Italia del resto? Giocare per la Nazionale di basket è un discorso a parte. Particolarmente se diventi la first pick al Draft NBA, sei la stella della tua franchigia e vinci il ROY NBA a mani basse. E aggiungiamoci che LeBron James ti fa un endorsement del tipo: “hey ragazzo, complimenti. Scegli gli USA“. Come si fa a dire no a LeBron James? Come si fa a dire no al Dream Team USA?

L’Italia si è illusa?

L’Italia si è messa in gioco, lo ha corteggiato, ne ha agevolato le pratiche del passaporto, si è invaghita di lui come ciò che sarebbe potuto essere: il talento più scintillante mai visto con la maglia azzurra, per distacco. Ecco, ‘sarebbe potuto essere’. E non sarà.

Perchè con il passare dei giorni le dichiarazioni d’amore sono diminuite, le prospettive cambiate, i dialoghi sono diventati silenzi. Le pressioni e le prospettive americane hanno preso il sopravvento. “In Italia poteva essere il migliore della storia, negli USA sarà uno dei tanti“. Probabilmente sarà uno dei tanti a vincere, giocando per la propria nazione, la migliore al mondo. O probabilmente snobberà le convocazioni concentrandosi sulla propria carriera nella lega come tanti prima di lui.

Promesse e tradimenti

Scelta legittima, ma bastava una telefonata per comunicarcela, invece l’abbiamo saputo dalle agenzie. E nei giorni scorsi, quando è stato a Milano, ha evitato ogni contatto con il Poz“. Sono le parole rilasciate da Gianni Petrucci, presidente della FIP, a “La Gazzetta dello Sport”. Il numero uno della Federazione mette in dubbio i modi con i quali è stata gestita la faccenda.

La considero una presa in giro. – aggiunge – Non siamo noi gli illusi, ho una cronologia di sue dichiarazioni. Intanto nel 2019 la sua famiglia voleva diventare italiana e noi l’abbiamo aiutata. Poi nel 2020 ha dichiarato che voleva aiutare l’Italia a qualificarsi per i Giochi di Parigi e in seguito che la sua intenzione era di giocare per la Nazionale se non questa estate, in quella successiva. In ultimo il padre di Paolo ha scritto al nostro direttore generale Trainotti chiedendogli di aiutare la sua famiglia a venire in Italia”.

Quando ha capito il suo valore all’interno della Nba è terminato l’aspetto romantico – la stoccata finale – Tradimento è una parola grossa nello sport queste situazioni accadono e ci sono allenato, ma chiudo citando Pirandello:‘esistono tante maschere e pochi volti’. Ho detto tutto“.

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