Italia da impazzire agli Europei di nuoto a Roma. Un’altra doppietta da raccontare e un’altra pagina di storia dell’Italtuffi aggiornata. Elena Bertocchi e Chiara Pellacani, come quindici mesi fa in terra magiara, dominano il vecchio continente e si prendono l’oro e l’argento dal metro nella finale che chiude la seconda giornata dei XXXVI campionati europei di Roma e mandano in visibilio il pubblico che, malgrado il caldo torrido, ha riempito le tribune dello Stadio del Nuoto.
Si conferma campionessa europea la 26enne meneghina – tesserata per Esercito e Canottieri Milano, seguita da Oscar Bertone, bronzo iridato proprio a Budapest nel 2017, oro europeo a Kiev 2017, argento a Londra 2016 e bronzo a Edimburgo 2018 – con 264.25; la 19enne romana – tesserata per Fiamme Gialle ed MR Sport F.lli Marconi, allenata da Domenico Rinaldi – è ancora bronzo con 259.05; tra le due azzurre c’è solo la svedese Emma Gullstrand (259.65).
E’ la quarta doppietta della storia europea dal metro femminile, prima oro/bronzo. In precedenza ci furono Tania Cagnotto/Maria Marconi a Torino 2009 (oro/argento) e la Cagnotto proprio seguita dalla Bertocchi a Londra 2016 (oro/argento)
La gara delle azzurre. Bertocchi apre con un salto mortale e mezzo ritornato carpiato pulito e sicuro (51.80) e con un doppio salto mortale e mezzo avanti carpiato veloce e tenuto alla perfezione (54.60); Pellacani con un salto mortale e mezzo indietro carpiato leggermente sporcato in ingresso (49.45) e un doppio salto mortale e mezzo avanti carpiato bellissimo nel presalto e nello stacco (50.70). Le azzurre dopo i primi due round sono rispettivamente prima con 106.20 e quarta 100.15: a dividerle ci sono la svizzera Michelle Heimberg (103.50), la tedesca Jette Muller (106.00). Bertocchi e Pellacani aumentano i giri: Bertocchi si esalta con un salto mortale e mezzo indietro carpiato eccezionale nella perpendicolarità (49.45); Chiara piazza un salto mortale e mezzo rovesciato carpiato (55.20) da urlo, impeccabile. La milanese resta al comando con 155.65, la romana sale al secondo a tre decimi dalla compagna di squadra (155.35); terza è la Muller con 150.85. Crescono tensione ed emozioni ma le due italiane non si scompongono e mantengono la barra dritta. Il salto mortale e mezzo rovesciato carpiato di Bertocchi è veloce, alto in partenza e ben chiuso (54.00); il salto mortale e mezzo rovesciato con un avvitamento e mezzo di Pellacani è sicuro in tutte e tre le fasi (53.30). Il margine tra le due azzurre si allarga leggermente: Bertocchi 209.65 e Pellacani 208.65. Ultima routine palpitante e commovente.
Pellacani chiude con un salto mortale e mezzo ritornato carpiato (50.40) leggermente sporcato in ingresso che somma 259.05; Bertocchi con un salto mortale e mezzo rovesciato con un avvitamento e mezzo (54.60) commovente, per le che sta combattendo con i cronici problemi alla schiena: vince con 264.25. Tra le due azzurre si intromette la svedese Emma Gullstrand (259.65) che piazza in chiusura un eccezionale salto mortale e mezzo avanti con due avvitamenti.
Le parole del direttore tecnico Oscar Bertone. “Complimenti allo staff medico che ha rimesso in piedi Elena in un mese; poi lei oggi è stata brava a tirare fuori una grandissima finale. Il gruppo sta lavorando in maniera eccezionale da inizio anno. I risultati stanno premiando i nostri sforzi e i sacrifici di tutti i ragazzi. Quattro medaglie dopo due giornate sono un ottimo bottino”.
Le parole di Elena Bertocchi. “Mi presentavo come campionessa europea in carica, ma non c’ho pensato più di tanto. L’obiettivo era di divertirmi e credo di essere andata oltre. Quest’oro è una soddisfazione enorme, dopo un periodo molto difficile. Dal punto di vista emotivo ho accusato di più le eliminatorie; in finale ero sciolta e carica. Tutta la routine è stata ottima”.
Le parole di Chiara Pellacani. “E’ la gara che ho preparato di meno. Sono comunque contenta di come ho saltato, forse potevo eseguire meglio il salto mortale e mezzo rovesciato con un avvitamento e mezzo. L’obiettivo era il podio ed è arrivato; un campionato europeo in casa ci aiuta, perché stimola tutto il gruppo a far meglio e a dar sempre di più. Domani ho il sincro mixed con Matteo Santoro e speriamo di non deludere le aspettative”.