La vita dei campioni sportivi non è sempre tutta rose e fiori come sembra dall’esterno. Sono molti coloro i quali hanno dovuto affrontare avversità nel loro percorso e che devono convivere con delle verità spiacevoli e difficili da accettare.
Tra questi c’è anche Bradley Wiggins, campione di ciclismo, vincitore della medaglia d’oro su pista alle Olimipiadi di Atene, Pechino e Rio, che ha rivelato delle tristi verità in un’intervista alla versione britannica di Men’s Health.
“Sono stato vittima di grooming da parte di un allenatore quando ero ragazzo, avevo circa 13 anni, e non l’ho mai completamente accettato. Questo ha avuto un impatto sul me adulto. È una cosa che ho seppellito. Il mio patrigno era piuttosto violento con me, mi chiamava spesso frocio perché vestivo con lycra ecc, quindi non ho pensato che potessi parlarne con lui. Ero un solitario. Volevo solo uscire dal mio ambiente e mi sono isolato. Ero un adolescente piuttosto particolare in molti aspetti e penso che andare in bici era un modo per arginare le difficoltà”, ha rivelato il britannico.
Non è mancato poi un commento sul rapporto col padre: “ci ha lasciato quando ero piccolo, quindi l’ho incontrato per la prima volta quando avevo 18 anni. In qualche modo abbiamo costruito una specie di relazione, ma non ci siamo parlati negli ultimi due anni prima che è stato ucciso. Era il mio eroe. Volevo dimostrargli qualcosa. Era un buon ciclista. Sarebbe potuto essere davvero frorte, ma è stato un talento sprecato. Era un alcolizzato, un depresso cronico piuttosto violento e prendeva molte anfetamine e doping all’epoca”.