Colbrelli torna in Italia, per Sonny una difficile scelta: defibrillatore sottocutaneo sì o no?

Sonny Colbrelli può finalmente tornare in Italia, ma non a casa: il corridore italiano a Padova per decidere se farsi installare il defibrillatore sottocutaneo

SportFair

Sonny Colbrelli può finalmente lasciare l’ospedale di Girona per tornare in Italia. Il corridore italiano del Team Bahrain Victorious, però, non farà rientro a casa: Colbrelli dovrà andare a Padova per incontrare il Dottor Domenico Corrado e la sua equipe e valutare l’inserimento del defibrillatore sottocutaneo, così come ha fatto anche Erikssen dopo il malore in campo agli Europei di calcio 2021.

Il ragazzo mi ha chiesto una seconda opinione, e visto che era sua intenzione rientrare in Italia per questioni di lingua e per avvicinarsi a casa sua l’ho messo in contatto con l’equipe del dottor Domenico Corrado“, ha affermato Brugada, lo specialista che ha avuto sotto controllo Colbrelli in questi giorni dal suo malore al termine della prima tappa del Giro di Catalogna fino ad oggi.

Corrado è un grandissimo professionista che conosco bene. A Colbrelli l’idea è piaciuta così abbiamo organizzato il trasferimento, che avverrà su un aereo medicalmente attrezzato perché visto ciò che gli è successo lunedì ho preteso che viaggiasse con un defibrillatore a portata di mano. A Padova Sonny dovrà prendere delle decisioni importanti. Dovrà scegliere che defibrillatore farsi impiantare, e poi con i famigliari, il medico e la squadra pensare a cosa fare col ciclismo“, ha aggiunto Brugada.

La scelta di Colbrelli è molto difficile: nel caso in cui dovesse decidere per un defibrillatore sottocutaneo, in Italia non potrà fare sport, nel caso contrario, invece, dovrà convivere col rischio di un nuovo episodio di aritmia in sella.

Io distinguo sempre tra paziente e sportivo. A me non interessano la squadra, i soldi, la professione, l’attività sportiva. Io penso solo alla salute. Colbrelli in quella che è stata una grande tragedia ha avuto tantissima fortuna e grazie alla tempestività del soccorso è stato salvato. So quanto possa essere duro per un professionista passare da una volata a un letto d’ospedale, ma io penso solo all’uomo, che ha 31 anni e una lunga vita davanti a sé con i suoi cari. Quando è arrivato in ospedale non sapevo chi era, non seguo il ciclismo, e non m’interessava: io mi preoccupo solo per la salute dei pazienti. Oggi (ieri per chi legge, ndr) sono andato a salutarlo e gli ho augurato il meglio. Lo attendono decisioni difficile, ma a livello medico è in ottime mani“, ha concluso Brugada.

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