L’Italia chiude in bellezza le Paralimpiadi di Pechino: Bertagnolli d’oro, splendido bronzo per De Silvestri

L'Italia migliora il risultato di PyeongChang: gli azzurri salgono a quota 7 medaglie alle Paralimpiadi di Pechino

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E’ la medaglia d’oro di Giacomo Bertagnolli (guida Andrea Ravelli) e il bronzo di Renè De Silvestro a chiudere, per l’Italia, la XIII edizione dei Giochi Paralimpici invernali di Pechino 2022. L’ultima giornata di gare, dedicata allo Slalom maschile, ha regalato ai nostri colori la soddisfazione di altri due podi, due risultati straordinari che fanno salire a 7 il bottino complessivo di medaglie, due in più rispetto a PyeongChang 2018.

La prima soddisfazione della nona e ultima giornata è arrivata da Giacomo Bertagnolli e dalla sua guida Andrea Ravelli nello Slalom maschile di categoria Vision Impaired.

Dopo l’oro nella Super combinata e gli argenti nel Super G e nello Slalom Gigante, il portabandiera dell’Italia a questi Giochi è andato a prendersi l’oro anche nello Slalom, chiudendo la sua avventura nel miglior modo possibile, con una prova che gli è valsa il primo gradino del podio davanti agli austriaci Johannes Aigner e Matteo Fleischmann e agli slovacchi Miroslav Haraus e Maros Hudik. Primi al termine della prima manche, i due azzurri sono stati bravi a gestire anche la seconda, chiudendo con il tempo complessivo di 1:26.82, +0.28 di vantaggio dagli austriaci (1:27.10), addirittura +9.40 dagli slovacchi (1:36.22).

Avevamo molta pressione addosso dopo la prova di Aigner, sia in partenza che in gara, ma è in questi momenti che bisogna stringere i denti – racconta Giacomo Bertagnolli – ho riaccelerato e ho portato a casa il successo ma è stata comunque tosta. Ci tenevo tanto, oggi avevo un obiettivo, quello di superare le medaglie di PyeongChang, non nel numero ma nel metallo. Non era facile realizzarlo ma gara dopo gara, medaglia dopo medaglia ho continuato a dare il massimo. Se non avessi avuto questo obiettivo non avrei preso tanti rischi per portare a casa l’oro, che non è mai una cosa facile. La pista di oggi era molto difficile, con angoli impressionanti che hanno reso la vita complicata sia a me che ad Andrea. La dedica di oggi? A me e Andrea, che è stato sempre al top e non ha mai sbagliato. Abbiamo fatto un ottimo lavoro entrambi e questo ci dà una ulteriore carica in vista di Milano Cortina”.

Avevamo 6 decimi di vantaggio su Aigner ma sapevamo anche che poteva succedere qualsiasi cosa, per questo siamo scesi senza ragionare troppo – osserva Andrea Ravelli – era difficile eguagliare i risultati fatti a PyeongChang, abbiamo lavorato tanto e ce l’abbiamo fatta. Sono tre anni che lavoriamo insieme e da subito ci siamo trovati molto bene. C’è da lavorare tanto per tenere alta l’asticella e gli obiettivi ma oggi siamo molto soddisfatti di quello che siamo riusciti a fare”.

La seconda medaglia è arrivata con Renè De Silvestro nello Slalom di categoria Sitting. Terzo al termine della prima manche, lo sciatore di San Vito di Cadore è partito nella seconda con la voglia di recuperare. Un errore a ridosso del primo intermedio ha compromesso la corsa di De Silvestro verso l’oro ma non verso un podio meritatissimo. Alla fine, l’azzurro ha fatto registrare il crono di 1:38.44, terzo alle spalle del norvegese Jesper Pedersen (1:31.10) e dell’olandese Niels de Langen (1:37.18).

Questo il racconto di De Silvestro: “Quando sono caduto ho pensato: è una manche difficilissima, mi rialzo e ci provo lo stesso. Ho tenuto duro e sono arrivato fino in fondo. Sono contento ma non come l’argento di tre giorni fa, non ho sciato bene anche se la manche è stata difficile per tutti, con un tracciato complicato e una neve scivolosa. Sono arrivato qui con l’obiettivo di portare a casa almeno una medaglia. Speravo di poter fare bene nel Gigante e nello Slalom e così è andata”.

Con questo risultato, quindi, l’Italia migliora il buon risultato ottenuto quattro anni fa a PyeongChang. In Corea arrivarono 5 medaglie (2 ori, 2 argenti, 1 bronzo), qui gli azzurri ne hanno conquistate 7 (2 ori, 3 argenti, 2 bronzi).

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