Prima la festa e poi il silenzio, Kjaer ripercorre il dramma di Eriksen: “non sono un eroe, avrei fatto lo stesso per un avversario”

Simon Kjaer è tornato a parlare del dramma capitato a Eriksen durante la prima partita di Euro 2021, sottolineando di aver agito di istinto in quell'occasione senza pensarci

SportFair

Sono trascorsi più di due mesi da quel terribile 12 giugno in cui il cuore di Christian Eriksen si è fermato, per poi ripartire subito dopo grazie al tempestivo intervento di Simon Kjaer prima e dei medici poi. Attimi infiniti durante i quali il capitano della Danimarca è rimasto lucido, compiendo gesti che in pochi sarebbero riusciti a mettere in atto. A distanza di oltre 60 giorni, il difensore danese è tornato a parlare di quell’esperienza, ripercorrendo quei difficili istanti: “non sono un eroe, ho fatto solo quello che dovevo fare, senza pensarci, come avrebbe fatto chiunque altro. Ricordo prima la festa, poi il silenzio. Era un giorno storico per tutti noi danesi, la prima partita dell’Europeo, in casa nostra. Poi è successo quello che è successo. Ho avuto la prontezza di restare lucido, come tutti i miei compagni. E’ stato un lavoro di squadra, avremmo fatto ovviamente lo stesso se fosse stato un avversario. Tutto qua. L’unica cosa che conta è che Christian ora stia bene. Solo quello è importante. Ho agito senza riflettere. L’istinto mi guidava e ho fatto quello che dovevo, automaticamente. Era la prima volta che mi succedeva, spero sia anche l’ultima“.

Kjaer
Foto di Stuart Franklin / POOL / Ansa

Il Milan e gli obiettivi stagionali

Simon Kjaer poi è tornato a parlare del Milan e degli obiettivi di questa stagione che sta per cominciare, chiudendo la questione fascia di capitano: “un capitano ce l’abbiamo già e si chiama Romagnoli. Fra noi c’è grande sintonia e sportività. Non m’interessa la fascia. Io do il massimo sempre e comunque. Il campionato? La continuità ci sarà d’aiuto, ma stiamo lavorando per crescere ulteriormente. Siamo diventati più imprevedibili, più difficili da affrontare. Abbiamo perso due giocatori come Donnarumma e Calhanoglu, ma con Giroud davanti ci siamo rinforzati, è un grande attaccante. Ha esperienza, fame, sa fare gol. Anche in Champions sarà utile” le sue parole al Corriere della Sera. “Ibra? Cambia le squadre da solo. Tutti insieme abbiamo iniziato un percorso. Ma non è ancora finita, ora serve un altro step. Io non ho mai vinto un campionato e mi piacerebbe riuscirci col Milan. Sarebbe un sogno. Ma ci sono anche gli altri. La concorrenza è forte. Davanti a tutti vedo Inter e Juve“.

Condividi