Hanno fatto immediatamente il giro del mondo le immagini del malore di Eriksen, andato in arresto cardiaco sul finire del primo tempo di Danimarca-Finlandia, match di Euro 2021.
Un vero e proprio dramma vissuto in prima persona anche dalla moglie Sabrina, presente allo stadio e corsa subito in campo per conoscere le condizioni del marito. Attimi interminabili, durante i quali ci hanno pensato Kjaer e Schmeichel a starle vicino per consolarla il più possibile.
“Pensava fosse morto”
Quanto successo in campo in quei momenti è stato raccontato da Peter Schmeichel, padre del portiere della Danimarca, che ha rivelato ai microfoni di BBC Radio Five Live quanto confidatogli dal figlio: “sono state le due ore più strazianti della mia esperienza calcistica. È successo non molto lontano da dove si trovavano tutte le mogli dei giocatori e ovviamente non appena la moglie di Christian l’ha visto, è corsa in campo. Ho parlato con mio figlio Kasper ieri sera: lui è subito corso da lei. Lei credeva che fosse morto, ma lui le ha detto che Christian stava respirando”.
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La ripresa del match
Peter Schmeichel poi si è soffermato anche sulla decisione della Uefa di far riprendere Danimarca-Finlandia dopo qualche ora dal malore di Eriksen, esprimendo il proprio punto di vista: “ieri ho visto una citazione ufficiale della UEFA che diceva che stavano seguendo il consiglio del giocatore, che i giocatori hanno insistito per giocare, ma so che non è la verità. Anzi, è un modo di vedere la verità. Erano infatti state date tre opzioni: una era quella di giocare subito e far giocare gli ultimi 50 minuti, la seconda era giocare il giorno successivo alle 12 e la terza opzione era quella di dare forfait, con un 3-0 a tavolino. Era quindi il desiderio dei calciatori giocare? Avevano davvero scelta? Non credo che l’avessero. Anche l’allenatore si è seriamente pentito di aver rimesso in campo i giocatori“.