Le farfalle nello stomaco e l’ansia del primo giorno: Marc Marquez è diventato umano

Marc Marquez ha ammesso di sentire le farfalle nello stomaco per questo ritorno in MotoGP, dimostrando di essere diventato più... umano rispetto al passato

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Sono passati nove mesi dall’ultima volta che Marc Marquez ha guidato la sua Honda, ben 271 giorni nel corso dei quali è affiorato anche il pensiero di aver definitivamente chiuso con la MotoGP.

Foto di Jose Sena Goulao / Ansa

Un incubo che adesso lo spagnolo sembra essersi messo finalmente alle spalle, tornando a respirare l’aria del paddock a Portimao. Il GP del Portogallo sarà il primo dopo quasi un anno di stop, dovuto alle tre operazioni a cui l’otto volte campione del mondo si è dovuto sottoporre a causa della caduta di Jerez che gli ha procurato la frattura dell’omero della spalla destra. Una brutta gatta da pelare per Marc Marquez, tornato finalmente a sentirsi un pilota anche se al primo giorno di scuola, nonostante l’esperienza e i trionfi che porta con sé.

Le farfalle nello stomaco

Foto di Jose Sena Goulao / Ansa

Il ritorno nel paddock e il rientro in pista che si avvicina hanno provocato un misto di sensazioni che Marc Marquez non provava da tanto. Anche lui, che ha vinto otto titoli mondiali e conquistato decine di vittorie in carriera, ha riavvertito quelle farfalle nello stomaco che solo le ‘prime volte’ regalano. E questa è come una prima volta per il rider della Honda HRC, tornato dopo un periodo di ben nove mesi che, in questa MotoGP odierna, assomigliano ad un tempo molto più lungo. “Mi sento come se fossi al primo giorno di scuola, come quando sei nervoso e ti dici ‘vado o non vado’?” le parole di Marc Marquez nel giovedì di Portimao. “Sono felice di essere qui, è una sensazione strana che non provavo dal 2008. Sono stato sempre ottimista ma anche realista in questi mesi, sapevo ci fosse anche il rischio che potessi non tornare più in MotoGP, ne ero consapevole, ma non ho mai mollato. Ho vissuto mesi difficili, ora il passo più importante è quello di tornare in pista. Sento le farfalle nello stomaco“.

Umano

Foto di Jose Sena Goulao / Ansa

Il periodo di lontananza dalla MotoGP ha reso più umano Marc Marquez, togliendogli quell’aura da marziano che in molti gli avevano appicciato addosso dopo le sue vittorie in serie. Anche lo spagnolo è fatto di carne e anche lui può emozionarsi, come ha fatto mettendo piede nel paddock di Portimao. Una nuova persona rispetto a quella che nove mesi fa ha lasciato Jerez per operarsi alla spalla destra, un uomo maturato grazie agli ostacoli che la vita gli ha messo di fronte: “sono qui per guidare la mia moto, posso finire ultimo o primo, ma non è il momento di pensare ai risultati. Avrò tempo più avanti per mettermi pressione, per ora devo pensare solo a tornare in sella. Ho imparato che bisogna avere pazienza e riposare quando necessario, ascoltando il proprio corpo“.

Il rapporto con i rivali

Foto di Alejandro Garcia / Ansa

Diverso nell’animo, diverso nel corpo e diverso anche nel rapporto con gli altri piloti, tranquillizzati addirittura in vista della gara: “qui sono tutti super fiduciosi su di me, anche se io non lo sono tanto. Mi sono preparato a gestire lo stress, ma non corro da tempo, ci metterò un po’ a recuperare. Prima o poi arriverà anche la prima caduta, spero avvenga il più tardi possibile, in ogni caso non è quello che mi preoccupa: la mia più grande preoccupazione è tornare a guidare come voglio io, a essere un pilota come intendo io. So che dovrò affrontare dei piloti fortissimi, il livello è estremamente elevato, la battaglia è aperta. E’ vero che in passato ho vinto tanto, ma arrivo da una situazione difficile, dopo mesi e mesi senza moto, per cui se mi metto nei loro panni non credo ci sia motivo di essere particolarmente nervosi per il mio ritorno“.

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