La morte di Maradona continua a rimanere sotto la lente di ingrandimento degli investigatori della procura di San Isidro, che lavora alacremente per capire se ci siano delle responsabilità in questa vicenda.
Giorno dopo giorno emergono sempre nuove indiscrezioni e dichiarazioni che gettano ombre sugli ultimi giorni di vita del Pibe, le cui condizioni potrebbero essere peggiorate per colpa della negligenza di chi stava con lui. Sulla morte di Maradona è tornato a lanciare accuse Rodolfo Baque, avvocato di Dahiana Madrid, una delle infermiere che assisteva Diego nella casa di Tigre: “il cuore di Maradona poteva resistere nella sua prima casa di Villa Fiorito oppure in un palazzo di Abu Dhabi. Ma non poteva resistere in quella casa e in quelle condizioni. I responsabili erano Luque e Cosachov. Maradona usava antidepressivi, che gli acceleravano il cuore, ma nessuno disponeva niente per abbassarlo. Non aveva assistenza specialistica, non c’erano bombole d’ossigeno, mancava un semplice defibrillatore e dormiva accanto a un bagno chimico. E’ assurdo. Non c’era nemmeno un’ambulanza a stazionare davanti ai cancelli per qualsiasi evenienza, allucinante se oltre si pensa che stiamo parlando di Maradona e non di un paziente qualsiasi”.
Morte Maradona, le nuove accuse del legale
Il legale poi ha concluso: “la verità è che in qualsiasi altro posto e con qualsiasi altra persona accanto, Maradona non sarebbe morto. Chiunque l’avrebbe portato a fare accertamenti se fosse caduto battendo la testa. Chiunque l’avrebbe portato a fare accertamenti di fronte ai problemi di tachicardia registrati. Chiunque si sarebbe occupato di somministrargli i medicinali necessari per un paziente cardiopatico qual era. E’ semplicemente assurdo“.