Intervistata a ‘Behind The Racquet’, ideato da Noah Rubin, Elina Svitolina ha svelato alcuni dettagli del suo percorso nel tennis. Il format si occupa di far vedere ai fan il lato ‘umano’ dei tennisti, permettendo loro di esporre la loro parte più fragile, le loro emozioni, ansie e paure.
Svitolina ha parlato di come il tennis le abbia letteralmente ‘dato la vita’: “mi sono sempre mossa un passo alla volta, ho sempre cercato di sfruttare il momentum, di migliorarmi. Ho iniziato con i tornei da 10.000 dollari, mi sono spostata su quelli da 25.000 e lentamente sono arrivata agli Slam. Non ha importanza in quale posizione della classifica ti trovi, vuoi sempre fare meglio. Quando ero in Top 30 mi dicevo che sarei stata felice di trovarmi in Top 10, ma quando mi sono ritrovata in Top 10 e ho iniziato a perdere dei match non riuscivo sopportarlo. Ho comunque imparato a godermi ogni momento. Nella transizione da juniores a professionista ho avuto un sacco di dubbi. Le persone si aspettano sempre che tu faccia dei progressi velocemente e inevitabilmente ti ritrovi fare delle comparazioni con i giocatori che hanno la tua stessa stessa età e una classifica migliore. Devi imparare liberarti dei dubbi e a lavorare duramente ogni singolo giorno. I genitori che sono troppo coinvolti nella carriera dei figli non fanno altro che aggiungere della pressione extra. I miei volevano che vincessi ogni singolo match. A un certo punto è importante che si facciano da parte, i miei lo hanno capito circa cinque anni fa. Per me è stato fondamentale acquisire quell’indipendenza. Quando hanno smesso di viaggiare insieme a me ho anche smesso di preoccuparmi. Nonostante tutto questi momenti mi hanno fatto diventare la persona che sono. Il tennis mi ha dato tutto quello che ho oggi. Mi ha insegnano la disciplina, mi ha fatto conoscere persone splendide, mi ha fatto visitare posti incredibili. Il tennis mi ha dato la mia vita“.