La prossima settimana comincerà ufficialmente il 2020 di Fabio Aru, il corridore sardo infatti debutterà al Tour of Colombia, scaldando i muscoli in vista dei prossimi appuntamenti in calendario.
C’è una carriera da riprendere in mano per l’alfiere dell’UAE Emirates, pronto a tutto per tornare quello di un tempo. Intervistato da Repubblica, Aru ha svelato: “non ho mai smesso di avere tranquillità. I miei, quelli dell’ultimo anno in particolare, sono stati problemi fisici seri: prima l’operazione all’arteria iliaca, poi il virus di fine stagione. Da ritrovare, adesso, c’è solo un po’ di fortuna. Al 2020 chiedo consistenza, qualità durante una corsa di tre settimane. Obiettivi ne ho e tanti, ma preferisco tenermeli dentro. L’ambizione non è persa. La passione è intatta. Ho avuto momenti duri ma ho trovato nella bici e nella giustizia della fatica le risposte che mi servivano per andare avanti”.
Nel corso di questa stagione Aru correrà il Tour de France e non il Giro d’Italia: “scelta della squadra, che ho accettato. Sul Giro ho un rimpianto: la partenza dalla Sardegna nel 2017, saltata per infortunio. Mi vengono i brividi a pensare a quel che sarebbe potuto essere per me, per un sardo che vive con nostalgia la lontananza dalla sua terra. Ma è la storia di molti ragazzi del Sud che non hanno potuto fare ciclismo a casa propria. La convocazione alle Olimpiadi? Non è programmabile, deve essere una conseguenza di quello che avrò fatto vedere. Mi piacerebbe essere utile alla maglia azzurra e a Vincenzo Nibali, il mio primo capitano. Voglio tornare l’Aru che la gente ha amato. Cambiare ruolo o addirittura ritirarmi, come si è scritto di recente, sono opzioni che non considero“.