Nonostante sia ancora giovanissimo, Kylian Mbappè ha già deciso di volersi impegnare per i più piccoli. Il calciatore francese ha creato la sua fondazione ‘Ispired-by-KM‘ con la quale aiuta 98 bambini della sua Bondy, periferia di Parigi, accompagnandoli nella loro crescita.
Ma chi erano da piccoli gli idoli che ispiravano Mbappè? Il talentino francese racconta alla Rosea: “se sei francese, cresci ovviamente con il mito di Zidane. Poi un altro mio idolo era Cristiano Ronaldo, che ormai ho la fortuna di affrontare anche come avversario, pure in nazionale. E poi ho amato i grandi giocatori brasiliani, da Pelé, a Ronaldinho, da Ronaldo a Kakà. Ma ai miei fan voglio trasmettere l’immagine di un ragazzo che ha creduto nel suo sogno, dando sempre il massimo, cercando di oltrepassare i limiti, con l’idea di lasciare il segno nel mio sport“.
Cristiano Ronaldo è l’unico ancora in attività fra i nominati e gioca in una squadra, la Juventus, che Mbappè ha ricoperto di elogi: “la Juventus è a priori una squadra forte e lo dimostrano le finali di Champions giocate nelle ultime stagioni. Ai bianconeri è sempre mancato quel qualcosa che fa la differenza, ma ormai ce l’hanno proprio con Ronaldo, il giocatore che ti fa vincere le cose importanti. Quindi anche quest’anno la Juventus rimane tra le favorite, che poi sono le solite: Barcellona, Real Madrid, Liverpool e le altre di sempre. In più con Sarri, la Juve propone ormai del bel gioco, grazie a un gruppo di giocatori comunque forti a prescindere“.
Un suo futuro in Italia? Chi può dirlo. Mbappè si è informato molto sul campionato italiano, restando stupito (negativamente) dalla presenza del razzismo: “è un peccato, perché l’Italia è un Paese formidabile e la Serie A non solo ha club storici, ma da qualche stagione è tornata a brillare, attirando di nuovo grandi giocatori. Ronaldo ha restituito molta luce al vostro campionato, ma l’incapacità di risolvere il problema del razzismo rovina tutto. È una brutta macchia sul vostro calcio. Per me è incomprensibile: noi giocatori andiamo in campo anche perché amiamo il calcio quanto i tifosi che ci seguono dagli spalti. Non capisco come si possa continuare a insultare chi condivide la tua stessa passione.
Abbandonare il campo in caso di insulti razzisti? Sono d’accordo se lo fanno tutti, neri e bianchi. Chi non esce vuol dire che accetta qualcosa di inaccettabile. Adesso basta con i se e con i ma: chi non esce di fatto si adegua a chi insulta. Non bisogna attendere che il problema bussi alla tua porta per risolverlo. Se Lukaku fa bene a protestare? Certo che fa bene, anche perché è incomprensibile che nel 2020 siamo ancora a questo punto. Bisogna però anche chiedersi se sia stato fatto tutto il necessario al di fuori degli stadi per risolvere il problema del razzismo negli stadi“.