Le Olimpiadi di Parigi sono ancora in corso e continuano a tenere banco i casi Khelif e Lin nella boxe. “Questa non è una questione di inclusione, che non ha mai avuto un ruolo in tutto questo, questa è una questione di giustizia: le donne devono poter prendere parte alle gare femminili. E loro sono donne”. Così Thomas Bach, presidente del Cio, risponde ancora una volta alle polemiche su Imane Khelif, pugile algerina, e Lin Yu Ting.
“Non è così facile come dicono alcuni in questa guerra culturale che XX o XY sia la chiara distinzione tra uomini e donne – spiega ancora – scientificamente non è più vero. Quindi queste due sono donne e hanno il diritto di partecipare alla competizione femminile. E non ha nulla a che fare con l’inclusione, in alcun modo”.
Alla domanda sul fatto che il Cio possa riconsiderare la questione di genere, il numero uno dello sport mondiale risponde che “se qualcuno ci presenta un sistema scientificamente solido per identificare uomini e donne, noi siamo i primi a farlo. Non ci piace questa incertezza, non ci piace per la situazione generale, saremmo più che lieti di approfondire la questione”, ma rimarca pure che “ciò che non è possibile è che qualcuno dica ‘questa non è una donna’ semplicemente guardando qualcuno o cada preda di una campagna di diffamazione da parte di un’organizzazione non credibile con interessi altamente politici”.