Benedetta Pilato, lezione olimpica: la cultura tossica della vittoria, la Rai, l’imbarazzo di chi sa solo tirare stoccate

La lezione di Benedetta Pilato, in lacrime dopo il 4° posto nei 100 rana alle Olimpiadi, e la figuraccia della Rai e di Elisa Di Francisca

SportFair

“Ci ho provato fino alla fine, mi dispiace, però le mie sono lacrime di gioia, ve lo giuro. Sono troppo contenta, è stato il giorno più bello della mia vita. Un anno fa non ero neanche in grado di farla questa gara. Ci ho provato dal primo metro. Questo è solo un punto di partenza. Il cambiamento mi serviva, mi ha aiutato tantissimo. Tutti si aspettavano di vedermi sul podio? Tutti tranne me“.

Benedetta Pilato si è presentata così, davanti ai microfoni e alle telecamere della Rai, a caldo, dopo un quarto posto alle Olimpiadi. Occhi gonfi di lacrime, voce rotta dal pianto, sincerità disarmante. Un’eruzione di emozioni che viene fuori impetuosa e naturale da una ragazza di appena 19 anni che sta (contemporaneamente) piangendo, ridendo e cercando di organizzare pensieri e parole davanti agli occhi dell’Italia intera.

La cultura tossica della vittoria

Il tempo di processare quanto detto che arriva lo shock, il cortocircuito. “Il giorno più bello della mia vita“?, “Lacrime di gioia“? Dopo un quarto posto? Davvero? La classica ‘medaglia di legno’ può segnare a vita la carriera di un atleta, la chance che non ricapita più, l’incubo che ogni notte viene a trovarti quando sei solo con te stesso.

Come può Benedetta Pilato esultare dopo un quarto posto arrivato per un centesimo di secondo? (Benedetta Pilato 1:05.60, Mona McSharry 1:05.59). Per 6 centesimi sarebbe stata addirittura argento (Tang Qianting 1:05.54).

Lei che è stata argento mondiale a 14 anni e a 16 anni ha ritoccato il record del mondo. La cultura tossica della vittoria a tutti i costi non ammette ragioni. Poco importa se alle ultime Olimpiadi la nuotatrice azzurra è stata eliminata in batteria e se 1 anno fa, come da lei stessa ammesso, questa gara non sarebbe nemmeno stata in grado di disputarla.

La storia si ricorda solo dei vincitori, conta il podio (e poi sul podio conta solo l’oro). Poi davanti ai burnout degli atleti, alla depressione, ai gesti estremi, ci si domanda il perchè, si usano frasi di circostanza, perbenismo, qualcuno finisce per additarli pure come ‘viziati’ e ‘privilegiati’.

Elisa Di Francisca e la Rai: una stoccata a vuoto

Sentimenti ed emozioni che, forse, solo gli atleti possono capire. Evidentemente, nemmeno tutti. Elisa Di Francisca lo ammette durante ‘Notti Olimpiche’: “non c’ho capito niente. Ma lei c’è rimasta male, obiettivamente è rimasta male, è impossibile, non può essere contenta. Cioè ‘non ci credevo’, è assurdo, surreale questa intervista, devo essere sincera”.

In studio è piombato il gelo. Chi ha cercato di minimizzare, chi di correggere il tiro. L’ex schermitrice azzurra ha rincarato la dose con sarcasmo: “non voleva andare sul podio e allora che c’è andata a fare? Rabbrividisco. Fatene un’altra di intervista per capire cosa voleva dire, servono i sottotitoli. Io non l’ho capita“.

L’impressione è che la Di Francisca, alla ricerca del pensiero tagliente, della frase ad effetto, della clip virale, elementi che la Rai, da un po’ di tempo a questa parte, sembra desiderare con ossessione, abbia perso di vista l’obiettivo.

Lei che sulle stoccate ci ha costruito una carriera, 2 ori a Londra (fioretto in singolo e asquadre) e 1 argento a Rio, ha mancato il bersaglio. Un po’ di tatto, da ex atleta, non sarebbe guastato. Legittimo esprimere stupore per chi ‘esulta per un quarto posto’. Ironizzare sulle emozioni di una ragazza, orgogliosa di quanto fatto, è una caduta di stile.

Un po’ come quando la stessa Di Francisca giudicò “non all’altezza” Arianna Errigo e il CT Andrea Cipressa dopo le Olimpiadi di Tokyo. A furia di tirare stoccate, poi non se ne riesce più a fare a meno.

Federica Pellegrini: sogna ragazza, sogna

Federica Pellegrini, da baby fenomeno del nuoto a ‘Divina’, plurimedagliata olimpica, regina delle vasche di tutto il mondo, capace di fare i conti con i propri demoni interiori a fine carriera, ha speso parole dolcissime per Benedetta Pilato. Lei sì, centrando il punto, con l’esperienza di chi ha nuotato un’ultima Olimpiade, a Tokyo, con la speranza di vincere una medaglia, ma libera dalle ossessioni.

Mi sento di dire una cosa sull’intervista di ieri sera di Benedetta Pilato… Ognuno di noi è diverso, ognuno di noi ha sogni diversi e aspettative diverse!! È bello vedere (dal di fuori) vincere ori in modi che possono sembrare semplici, ma non è ASSOLUTAMENTE così!! A volte un quarto posto anche se per poco è il nostro sogno più grande!! – ha scritto sui social la campionessa veneziana -. Perché?! Perché Benny alla prima Olimpiade uscì in batteria e ieri sera si presentava con il settimo tempo!! LE MEDAGLIE piacciono a tutti ma … (e questo l’ho capito solo alla mia ultima Olimpiade) a volte conta molto di più il viaggio!! LE MEDAGLIE PESANTI arriveranno, Benny ha SOLO 19 anni!! LASCIAMOLA SOGNARE CIO’ CHE VUOLE!!!“.

E allora, come cantava Vecchioni: sogna, ragazza… sogna!

Condividi