L’Italia centra un eccellente terzo posto nella classifica a punti dei Mondiali indoor di Glasgow, la tabella che misura la profondità della squadra e il suo rendimento complessivo. Gli azzurri totalizzano 50 punti nelle tre giornate dell’evento in Scozia: non erano mai stati così tanti nelle diciotto edizioni precedenti dei Campionati Mondiali al coperto (più l’edizione sperimentale del 1985 con il format dei Giochi mondiali indoor). Al massimo 46 punti nell’85 (come si diceva, non erano ancora Mondiali indoor) e 39 nell’89.
Meglio dell’Italia, a Glasgow, soltanto gli Stati Uniti che dominano con 195 punti, e la Gran Bretagna, seconda con 51, uno in più dell’Italia, superata proprio nella gara conclusiva dei 1500 metri femminili. È il miglior piazzamento di sempre nella ‘placing table’: gli azzurri non avevano mai terminato l’evento nei primi tre posti, al massimo quarti nel 1989 a Budapest. In una straordinaria prestazione di squadra, il Team Italy colleziona la cifra-record di 11 finalisti, intesi come piazzamenti tra i primi otto: in passato erano stati al massimo 9 nel 1985 e nel 1989.
Quattro medaglie, i due argenti di Mattia Furlani nel lungo e Lorenzo Simonelli nei 60hs, i due bronzi di Leonardo Fabbri nel peso e Zaynab Dosso nei 60: eguagliato il record storico del 1985 e del 1991. Sedicesimo posto nel medagliere, dove svettano gli Usa con 6-9-5.
Italia da applausi ai Mondiali indoor di atletica: il commento del presidente FIDAL Mei
Sono i numeri della spedizione azzurra ai Mondiali indoor di Glasgow, commentati dal presidente FIDAL Stefano Mei: “ci portiamo a casa una Nazionale straordinariamente compatta, giovane, vincente. Qualcosa è cambiato nella testa, anche i più giovani ne stanno prendendo coscienza. A molto è servito Tokyo perché ha fatto capire a tutti che si poteva osare, ma soprattutto che non si dovevano trovare più scuse. La classifica a punti dimostra quanto sia aumentato il numero di azzurri di fascia alta. L’avevamo già visto con la vittoria della Coppa Europa e con i finalisti in aumento a Tokyo, Eugene e Budapest. Quando a questa base già molto forte aggiungi fenomeni come Furlani, Simonelli, Dosso, la crescita è inevitabile. Credo che adesso l’atletica sia il traino dello sport italiano, come impatto mediatico e di risultati”.
“I prossimi eventi? Gli Europei di Roma potranno essere un buon banco di prova per stemperare le tensioni che avranno i giovani – continua il presidente Mei – Gareggiare in casa, con lo stadio che tifa a favore, darà una bella sensazione e sarà importante per l’esperienza olimpica. Possiamo far bene sia nella rassegna continentale che nelle Olimpiadi di Parigi”.
Italia da applausi ai Mondiali indoor di atletica: le parole del DT La Torre
“Avevo chiesto una verifica e verifica c’è stata – le parole del DT Antonio La Torre – Il messaggio che parte da questa Nazionale è dirompente e non riguarda soltanto l’atletica. Questi giovani sanno di poter cambiare le cose attraverso il loro talento. Fabbri capitano perfetto, Furlani arriva da Marte, Simonelli con sana sfrontatezza davanti a Mr. Imbattuto, Dosso ‘storica’, e per una volta spendo questa parola che non uso spesso: bisogna tornare indietro a Giuseppina Leone, agli anni ’60. Cos’è cambiato? Adesso le lacrime sono di rabbia per un oro mancato, semmai. Non per cercare scuse”.
Sui prossimi impegni azzurri, La Torre sottolinea la centralità dei Mondiali a squadre di marcia del 21 aprile ad Antalya (Turchia) con uno “Stano che è tornato, nella testa, ancora più che nel fisico”, dopo il record italiano della 20 km della scorsa notte in Cina. E in chiave pass olimpici, occhio anche alle World Relays delle Bahamas (4-5 maggio): “qualificare 5 staffette su 5 non è scontato, dovremo prepararci al meglio”. Quindi Roma e Parigi: “due grandi appuntamenti in 50 giorni si possono gestire. Li stiamo pianificando da tempo”.
Nella serata conclusiva, termina ai piedi del podio Catalin Tecuceanu negli 800 metri, quarto in finale con 1:46.39 in una gara decisamente veloce in cui lo statunitense Bryce Hoppel firma la migliore prestazione mondiale dell’anno in 1:44.92 davanti allo svedese Andreas Kramer (1:45.27) e al belga Eliott Crestan (1:45.32). Nel lungo si piazza al settimo posto Larissa Iapichino con 6,69 a nove centimetri dal bronzo. Doppietta statunitense con l’oro di Tara Davis-Woodhall che decolla a 7,07 prima di chiudere con un altro salto sopra i sette metri (7,03) e l’argento di Monae’ Nichols a 6,85, terza la spagnola Fatima Diame con 6,78. Esce in semifinale nei 60 ostacoli Giada Carmassi, settima in 8.27. Sensazionale il record del mondo con 7.65 in finale della bahamense Devynne Charlton, già primatista (7.67) quest’anno al pari della statunitense Tia Jones e ora in solitaria.