Nei giorni scorsi, l’incidente occorso alla guardalinee Guadalupe Porras ha fatto il giro del mondo. La donna ha sbattuto contro una telecamera ferendosi al volto e perdendo molto sangue. L’episodio sfortunato è stato oggetto di ironie a sfondo sessista sui social, come se da un incidente in campo possa dipendere la capacità di un professionista di fare il proprio lavoro. Commenti social che hanno fatto molto discutere, anche in Italia, precisamente a Imperia.
Il corteo degli studenti dell’istituto Viesseux di Imperia
Paolo Auricchia, preside dell’istituto Viesseux di Imperia, ha commentato su Linkedin l’incidente della guardalinee sottolineando che se la donna fosse rimasta in cucina a fare le tagliatelle tutto ciò non sarebbe accaduto. Frasi sessiste che hanno scatenato la protesta degli studenti.
Gli studenti hanno manifestato davanti all’istituto muniti di grembiule e farina per impastare le tagliatelle, alcune studentesse si sono presentate con un abbigliamento sportivo per dare solidarietà alla guardalinee spagnola. La protesta, alla quale hanno preso parte alcuni professori, si ripeterà domani per chiedere le dimissioni del preside che ha replicato a quelle che definisce “polemiche fuori luogo”.
Post sessista, il preside Auricchia corregge il tiro
“Vorrei dire chiaramente, sperando di non essere frainteso, che apprezzo e sostengo il diritto delle donne ad accedere a tutte le professioni e attività corrispondenti ai loro desideri e inclinazioni – scrive Auricchia, come riportato dall’Ansa -. Lo dico alle alunne del mio liceo, che non erano certo le destinatarie delle considerazioni di quella chat. A loro auguro con tutto il cuore di realizzarsi compiutamente in ogni lavoro, carriera e professione a cui vogliano ambire.
Lo dico a Savioli dell’Associazione arbitrale, precisando che trovo l’estensione della partecipazione femminile a tutti i ruoli del mondo dello sport assolutamente auspicabile ed encomiabile, superando pregiudizi che in alcuni ambiti sportivi so non essere ancora del tutto accantonati – conclude il preside -. Come cittadino di questo Paese vorrei infine che sui social come altrove si potessero esprimere liberamente le proprie opinioni, anche errate, anche espresse in modo infelice, anche contrarie al politicamente corretto, senza essere messi alla gogna. Il rispetto è anche non credersi gli unici depositari della verità e del verbo. Riconoscere questo per chiunque si esprima, in particolare in chat private, sarebbe indice di maturità democratica“.