All’edizione numero 19 dei Mondiali indoor a Glasgow l’Italia si presenta con un bottino storico di 7 ori, 6 argenti e 13 bronzi. Sono 26 medaglie di un percorso irto di ostacoli e con tanti vuoti: basti pensare che fra l’oro di Camossi a Lisbona 2001 e quello di Tamberi a Portland 2016 intercorrono 15 anni (e 7 edizioni) di vuoto quasi assoluto interrotto solo dal bronzo di Andrew Howe nel lungo a Mosca 2016 e dall’argento (a pari merito) di Antonietta Di Martino a Istanbul 2012.
E anche nella penultima edizione di Birmingham 2018 solo il bronzo di Alessia Trost nell’alto ha evitato un altro “buco” prima dell’oro di Marcell Jacobs a Belgrado del 2022, dopo l’edizione saltata per la pandemia. Eppure i Mondiali indoor, l’ultima “creatura” di Primo Nebiolo nel suo progetto di riempire l’intero arco stagionale, con l’edizione “sperimentale” di Parigi 1985 ci aveva regalato addirittura quattro medaglie, record eguagliato solo a Siviglia ’91 ma senza ori.
Nei 3000 di marcia indoor Giuliana Salce, che è stata una delle pioniere della disciplina, ha ottenuto i suoi migliori risultati con il culmine nell’oro di Parigi 1985. L’unica doppietta azzurra è di Genny Di Napoli, oro sui 3000 metri a Toronto 1993 e Barcellona 1995, straordinario talento del mezzofondo che ai molteplici record italiani all’aperto (1500, miglio e 2000 ancora in suo possesso) univa anche quello dei 3000 indoor (7’41”05 nel ’97 a Parigi) che lo scorso 3 febbraio gli è stato sottratto dopo 27 anni da Pietro Arese a Metz con 7’38”42.
Per Fiona May, bi-campionessa mondiale del lungo e due volte argento olimpico all’aperto, le stagioni indoor sono state un importante trampolino di lancio e l’oro del 1997 sotto il tetto di Parigi arrivò con il record italiano di 6.86.
Nella brillante carriera di Paolo Camossi, l’allenatore che ha portato al trionfo olimpico Marcell Jacobs, l’oro nel triplo a Lisbona nel 2001 rappresenta il fiore all’occhiello. A interrompere il digiuno di ori durato per sette edizioni non poteva che pensarci il campione di tutto Gianmarco Tamberi, nell’alto a Portland 2016. Ai Mondiali di Belgrado 2022 è anche legata una delle imprese di Marcell Jacobs che è diventato il primo olimpionico in carica dei 100 a vincere il titolo iridato dei 60 indoor.
La terza medaglia italiana nella storia della specialità, dopo i due bronzi (’87 e ’89) di Pierfrancesco Pavoni è stata festeggiata da Jacobs con il piccolo Anthony in braccio nel giro d’onore. Una immagine beneaugurante per i Mondiali di Glasgow.