Le bombe in Ucraina, il ‘doping sessuale’: la storia di Yastremska, rinata all’Australian Open

La storia di Dayana Yastremska: le bombe in Ucraina, le accuse di doping, la rinascita agli Australian Open partendo dalle qualificazioni

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Un sorriso dolce, figlio dei suoi 23 anni, lo sguardo di chi ha vissuto già tre vite e adesso prova a rinascere ancora, per la quarta volta, augurando a se stessa che questa volta sia per sempre. Dayana Yastremska con la vita ha giocato diversi tie-break, è uscita con i lividi di chi corre in un lungo e in largo per il campo, fa appena in tempo a salvarsi a rete e poi viene raggiunto da un dritto al corpo. Dall’altra parte, l’avversario esulta. “Vamos!” e pugnetto. Nemmeno chiede scusa.

La storia di Dayana Yastremska: sesso e doping

Dayana con la racchetta ci sa fare. È stata finalista Wimbledon juniores, ha 2 titoli WTA in bacheca, ha battuto la Pliskova (n° 2 al mondo) ed è stabilmente in top 40 WTA. Nel gennaio 2021 la sua carriera subisce uno stop improvviso: arriva una squalifica provvisoria per doping dovuta a un controllo nel novembre 2020. La tennista risulta positiva al mestelorone, un anabolizzante utilizzato solitamente dagli uomini e sconsigliato alle donne.

Secondo la tesi difensiva, la contaminazione sarebbe arrivata dopo un rapporto sessuale con l’ex fidanzato che, nel mentre, su Instagram sostiene, secondo “Der Spiegel”, che il padre della ragazza gli abbia chiesto di assumersi, in ogni caso, la colpa di quanto accaduto.

Parole utilizzate per ripicca dopo la fine della relazione? Possibile. Il tribunale dell’ITF, nel mese di giugno, stabilisce che nel caso della tennista non c’è nè dolo nè negligenza e cancella la squalifica.

Foto di Lukas Coch / Ansa

La storia di Dayana Yastremska: la fuga dalla guerra in Ucraina

Dayana può tornare a giocare, ma il 2021 è iniziato male e sicuramente non finisce bene: ko al primo turno alle Olimpiadi, nessun torneo vinto, il ranking precipita alla posizione numero 97. Ma questo, da lì a poco, sarà l’ultimo dei suoi problemi.

Nel febbraio 2022 la Russia invade l’Ucraina. Dopo il panico e la preoccupazione subentra l’incertezza su cosa fare, come muoversi, dove andare. Lasciare il Paese è il secondo pensiero fisso nella mente di tutti, il primo è salvarsi la vita. La famiglia Yastremska vive a Odessa, città portuale strategica per l’Ucraina che non è stata risparmiata dall’attacco russo.

Dayana e la famiglia si sono rifugiate in un parcheggio sotterraneo per due interminabili notti, ore scandite dal suono delle bombe, un orologio dell’apocalisse che sembrava segnare sempre l’ora più buia, quella prima di un’alba che non voleva saperne di sorgere.

Papà Oleksandr prende la decisione più sofferta: le figlie Dayana e Ivanna partono con una barca verso la Romania, lontane dall’orrore della guerra ma lontane anche dall’amore della famiglia. L’immagine delle due, vestite con una tuta rosa, spaventate e stanche, fa il giro del mondo. Un addio strappalacrime verso una nuova vita.

La cavalcata di Dayana Yastremska agli Australian Open: dalle qualificazioni alla semifinale

Vita numero 3. Aggrapparsi alla racchetta come mezzo di sopravvivenza. Il 2022 vede Yastremska tornare in finale a Lione, torneo che l’aveva accolta da ‘rifugiata’, ma perde contro Zhang Shuai. Nel 2023 vince il 125 di Grodzisk Mazowiecki, il timido sussulto di carriera che sembra non avere la forza di tirarsi su.

Poi l’Australian Open 2024. Yastremska parte, come sempre, dalle qualificazioni. Ma questa volta non si ferma. Batte un’avversaria dopo l’altra, arriva addirittura in semifinale: non succedeva dal 1978 che una donna, partita dalle qualificazioni, arrivasse al penultimo atto di uno Slam.

Orgogliosa della gente ucraina che combatte“, lo ha scritto sulla telecamera dopo aver battuto Noskova. La dedica è per chi in Ucraina gioca una partita decisiva per il futuro, per l’indipendenza, per una nuova vita. Chissà se anche per Yastremska si può parlare di una nuova vita, l’ennesima. La rinascita numero 4. Magari quella buona.

Foto di James Ross / Ansa

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