Jannik Sinner vince gli Australian Open e scrive una pagina di storia del tennis italiano. Il campione azzurro diventa il primo italiano nella storia a vincere il torneo Slam aussie. Un trionfo arrivato dopo una rimonta pazzesca contro Medvedev con il russo avanti due set a zero.
Australian Open, il discorso di Sinner
Straordinario in campo, ma perfetto anche al microfono. Il discorso di Sinner è da top player navigato: deciso, simpatico e a tratti anche commovente.
“Per prima cosa, vorrei congratularmi con Medvedev e tutto il suo team. Torneo eccezionale. Abbiamo giocato diverse finali contro, in ogni incontro mi mostri qualcosa in cui dovrei migliorare, mi rendi un giocatore migliore, il tuo sforzo è stato eccezionale in tutto il torneo: corri su tutte le palle, è eccezionale. Ti auguro di vincere questo trofeo e di sollevarlo prima o poi, ti auguro il meglio per la stagione“, dichiara l’azzurro omaggiando il suo avversario.
Sinner ringrazia gli organizzatori e il proprio team: “vorrei ringraziare gli sponsor, i raccattapalle, i giudici di sedia. Le persone che rendono l’evento così fantastico. È un bel posto dove trovarsi qui, mentre in Europa nevica. Dove sono i miei genitori, in questo momento, ci sono -20 gradi. È più divertente correre sotto il sole. Grazie per aver reso questo Slam speciale. Ringrazio il mio team, le persone nel box, chi mi segue da casa. Cerchiamo di migliorare giorno per giorno, capire ogni situazione nel modo migliore. Sono felice del fatto che mi incoraggiate, so che a volte non è semplice ma sono fatto così, sono Jannik (applausi e risate)”.
Poi il grazie più bello di tutti, quello alla famiglia: “l’incoraggiamento del pubblico è stato pazzesco (applausi scroscianti). Mi avete fatto sentire a casa, è un campo con 15.000 persone ma sembrano molte di più, grazie davvero. Vorrei che tutti potessero avere una famiglia come la mia, che mi ha permesso di scegliere, mi ha seguito in ciò che volevo fare. Non mi hanno mai messo pressione anche quando facevo altri sport. Auguro a tutti i bambini di avere quella libertà che ho avuto io dai miei genitori. Non so cos’altro dire (ridono tutti). Ci vediamo il prossimo anno!“.