Campione italiano di tennis, Jannik Sinner ha fatto appassionare l’Italia intera con una stagione pazzesca. La seconda parte della stagione 2023, in particolar modo, ha riacceso la fiamma nei tifosi italiani, con Sinner salito in top-5 nel ranking Mondiale e in lotta per la vittoria alle ATP Finals.
Nella fase a gironi della competizione tra i migliori al mondo, Sinner ha battuto il numero 1 al mondo Djokovic, per poi cedere al serbo nella finalissima.
In Coppa Davis, poi, Sinner si è preso uno splendido riscatto, trascinando l’Italia ad uno storico successo.
Adesso, Sinner, grande appassionato anche di altri sport, come calcio, sci e motori, si sta godendo un po’ di meritato relax, trascorrendo il suo tempo tra le sue più grandi passioni.
Dopo essere stato ospite del Milan a San Siro, adesso Sinner è stato invitato dalla Ferrari a Maranello.
La visita a Maranello
Sinner ha trascorso mezza giornata alla Ferrari, dove si è goduto uno speciale debutto, quello in pista. “Per me era la prima volta”, ha raccontato dopo aver terminato i suoi giri al volante della SF90 Spider, “ed è stata un’emozione incredibile. Sia in questo modello che nella Purosangue mi sono sentito avvolto nell’auto, come se fosse un prolungamento del mio corpo. Un po’ come la mia racchetta: solo molto più grande...”
Jannik, da poco diventato partner della Formula 1, ha una passione per i motori che nasce da molto tempo: “sono stati mio padre e mio nonno a trasmettermelo. Ho sempre guardato le gare con loro fin da quando ero ragazzino. Ma poi, quando ho cominciato a vincere a tennis, c’è stato il problema della sovrapposizione, perché se arrivi in finale in un torneo, giochi la domenica, lo stesso giorno del gran premio. Quindi oggigiorno li guardo dopo”.
Sinner non ha perso l’occasione di visitare la Scuderia Ferrari, dove ha incontrato il Team Principal Fred Vasseur e alcuni tecnici e meccanici. “Sia il tennis che le corse sono considerati sport individuali, perché sei solo in campo o in monoposto. Ma per ognuno di noi è fondamentale avere una squadra alle spalle, che lavora in armonia per raggiungere un obiettivo. E i sacrifici dei componenti della squadra sono gli stessi di chi gioca o guida. Si arriva in cima solo insieme. Non andrai lontano da solo“.
Per un appassionato di automobili come Jannik, anche la visita alle catene di montaggio è stata particolarmente interessante: “quando sono al volante, il dettaglio che mi dà più emozione è il suono. E il suono di una Ferrari è sempre qualcosa di unico. Ma qui a Maranello sono rimasto colpito dall’attenzione posta in ogni dettaglio e che rende ogni Ferrari unica, che si tratti della livrea, del sedile o anche delle finiture. È stato anche molto bello vedere il senso di appartenenza che provano tutti coloro che lavorano qui: sembra quasi un onore far parte di un marchio che ha scritto la storia di uno sport. E molto di più”.